cultura

Dagli anni Novanta a oggi, come sono cambiati i videogiochi
1 minuto e 29 secondi di lettura
 Un grande successo per la giornata di Univercity dedicata ai videogiochi: nell’ambito della rassegna organizzata dall’Università di Genova sugli Anni Novanta, si è voluto ripercorrere la storia dei videogiochi. E, per farlo, è stato invitato l’intero team della Fondazione Vigamus, che gestisce il Museo del Videogioco di Roma, il primo museo in territorio italiano.

Ma oltre a fare un salto indietro nel tempo e ricordare la nascita del videogame, c’è stata la possibilità di giocare tutto il pomeriggio nel Cortile di Palazzo Ducale. “Abbiamo portato una selezione di consolle, le mini consolle di recente produzione proprio per la nostalgia degli anni Novanta”, spiega Micaela Romanini, vicepresidente della Fondazione Vigamus. “Dal mini nas al mini commodore, volevamo dare la possibilità di provare le icone di quegli anni”.

Un mondo affascinante che ha animato l’infanzia di tantissimi ragazzi e che continua ad appassionare chi è cresciuto e, nonostante gli impegni, trova il tempo per giocare. Ma c’è anche la possibilità di farne un lavoro. “Abbiamo creato il primo percorso universitario, si chiama Vigamus Accademy che permette ai giovani di studiare i videogiochi sia nell’ambito della comunicazione e promozione ma anche naturalmente del game design”, ha raccontato Micaela Romanini.

E chi ne ha fatto un mestiere è stata la gamer Marta Fijak, creatrice del videogioco Frost Punk: subito dopo la giovane designer polacca ha raccontato la trama di questo gioco ambientato nel XIX secolo dove chi sta al controller diventa il governatore dell'ultima città sulla Terra . Il compito è quello di gestire sia i cittadini che l'infrastruttura. Ma la chiave interessante è scoprire quali decisioni prenderà per garantire la sopravvivenza della società.