Politica

1 minuto e 39 secondi di lettura
Dopo il successo elettorale che ha portato il Movimento 5 Stelle al 14% a Genova, a un passo dal ballottaggio, cominciano a volare le accuse fra militanti. Gli stracci non volano al chiuso di una riunione di segreteria, ma sul web dove tutti possono vederli volare.

A Genova, sul sito web della Casa della legalità e sulla sua pagina Facebook, ci ha pensato Christian Abbondanza a puntare il dito contro Paolo Putti, il candidato sindaco, e le modalità che hanno portato alla creazione della lista del Movimento a Genova. Abbondanza sottolinea innanzitutto un problema di regolamenti, relativi all'elezione in consiglio comunale di Mauro Muscarà, primo degli eletti della lista a Cinque stelle.

"Muscarà - dice Abbondanza - è stato eletto nel 2011 Consigliere Comunale a Vobbia. La regola del movimento è: se sei eletto in qualche ente locale non ti puoi candidare in un altro finché non finisci quel mandato. Inoltre Grillo ha sempre considerato non tollerabile nemmeno le dimissioni dall'ente dove si è stati eletti per candidarsi altrove".

Putti non prende nemmeno in considerazione le accuse. "Non le voglio commentare - ha detto - finirei solo per dare visibilità a chi le pubblica, a Genova moltissime persone ci conoscono e sanno quello che facciamo. Se ci fosse stato qualcosa di poco corretto non ci sarebbero state oltre trentamila persone a votarci".

A far salire la tensione, poi, ci si è messo anche l'appello di Beppe Grillo agli esponenti del movimento a non andare in tv. Invito che in molti hanno letto come tagliato addosso proprio a Putti e indice, secondo molti, di uno scarso gradimento del 'portavoce' della sua città. "Sono leggende metropolitane - taglia corto Putti - ho sentito Grillo, abbiamo di parlato come potevamo aiutare i candidati ai ballottaggi e non è arrabbiato. Il suo invito a non esporci lo ha fatto per tutelarci ed anche per metterci in guardia dalla eccessiva personalizzazione. Io lo condivido".