cultura

Intervista al presidente dell'associazione Mia, Marco Antei
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Lgbt. Una sigla che indica l'insieme di lesbiche, gay, bisex e transgender. Un gruppo nutrito di persone che nella sole provincia di Imperia conta 25mila unità. E' quanto spiega Marco Antei, presidente Arcigay Imperia - Associazione Mia, intervistato da Francesco Basso per Primocanale. "I tesserati dell'associazione sono circa una trentina, i simpatizzanti, che vengono con una certa frequenza, sono una cinquantina. Molte altre persone sono collegate a noi attraverso internet", afferma Antei, che annuncia: "a breve ci sarà uno sportello a Sanremo che sarà aperto settimanalmente, che sarà un'occasione per incontrare tutti coloro che vogliono inontrarci".

"Abbiamo sentito il bisogno di creare un'associazione - prosegue il repsidente dell'associazione Mia - perché qualcosa di qesto tipo è sempre mancato in provincia. Se io da ragazzino di Ventimiglia vessi avuto un'associaione a cui fare riferimento, sarei stato molto felice. Da adolescente ho scoperto di essere omosessuale e non riuscivo ad accettarlo. Al tempo non c'era Internet e pertanto sarebbe stato spelndido avere un'associazione cui fare riferimento. Questa associazione adesso c'è. La sede sarà a Sanremo. Ci proponiamo di accogliere e aiutare tutte quelle persone che che hanno tuttora problemi a farsi accettare", prosegue Antei. "Pensiamo anche di creare eventi festosi come quello che si è tenuto a Bordighera pochi giorni fa, che è stata la nostra prima uscita pubblica. Ha riscosso un successo insperato: noi ci eravamo posti come obiettivo di raggruppare 100 persone, ne abbiamo avuto circa 200. E' stato un successo oltre le più rosee aspettative.

Il presidente delli'associazione Mia parla anche della situazione dei gay nel nostro Paese. "L'Italia è indubbiamente indietro anni luce rispetto agli altri Paesi europei. Le prime nozze gay in Europa sono state celebrate oltre 26 anni fa, in Italia si sta ancora discutendo su una legge sulle unioni civili. In Francia, dove io vivo, esisostono i Pacs dai primi anni 2000 e il matrimonio egualitario da circa 3 anni. Da allora ci sno stati oltre 10mila matrimoni, solo nel primo anno 7mila. Io stesso ho contratto un Pacs e questo ha permesso al mio compagno, che ora passo chiamare marito, di vivere con me in via definitiva pur essendo extracomunitario. Questo in Italia non è possibile", conclude.