cronaca

Alla donna non è stato rinnovato il contratto in Regione
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Si chiama “induzione indebita a dare o promettere utilità”, più semplicemente avrebbe ‘ricattato’ una funzionaria della Regione con un preciso scopo: chiedere al marito, magistrato presso la Procura di Genova, di intervenire presso i colleghi che stanno lavorando sull’inchiesta relative alle spese pazze.

L’accusa è pesante per Francesco Bruzzone, leghista e presidente del Consiglio regionale della Liguria, che ha ricevuto un avviso di garanzia e lunedì sarà interrogato. Bruzzone è sotto inchiesta anche per il filone proprio delle spese pazze.  Lui avrebbe agito attraverso l’aiuto della segretaria ma la funzionaria ha rifiutato ed ha denunciato tutto.

Il politico della Lega Nord respinge ogni addebito ma c’è un altro aspetto su cui indagano gli inquirenti: perché alla moglie del magistrato non è stato rinnovato recentemente l’incarico in Regione dopo essere stata per cinque anni capo dell’ufficio di gabinetto del presidente del consiglio regionale.

La funzionaria che ha fatto scoppiare il caso è Afra Serini, moglie del magistrato Alberto Lari, che non indaga sulle spese pazze. Serini è stata capo di gabinetto dell'ufficio della presidenza del Consiglio regionale con Rosario Monteleone e Michele Boffa, esponente di maggioranze di centrosinistra. Con l'arrivo in Regione del centrodestra è rimasta in carica fino al marzo scorso, poi quando il rinnovo pareva scontato, ciò non è accaduto. Per Bruzzone è "scelta organizzativa", per la Serini c'è il suo rifiuto di fare da mediatrice con gli ambienti giudiziari sul caso delle spese pazze in cui Bruzzone è stato rinviato a giudizio e rischia di essere sospeso dal ruolo in caso di condanna per effetto della legge Severino.

Il presidente del Consiglio regionale avrebbe agito attraverso una segretaria, Anna cavallini, a sua volta indagata. L'inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio Bruzzone riguarda le spese del gruppo leghista tra il 2010 e il 2012 quando, secondo l'accusa, i soldi destinati al funzionamento del gruppo sarebbe stati spesi per scopi personali. Le accuse sono peculato e falso. Con Bruzzone è a giudizio anche l'assessore regionale allo sviluppo economico Edoardo Rixi e l'ex consigliere regionale Maurizio Torterolo, anche loro della Lega.

LE REAZIONI


"Mi sembra francamente una farsa, una commedia degli equivoci. Leggendo, non vedo quale vantaggio avrebbe potuto avere il presidente Bruzzone da tutta questa storia, non mi è chiaro quali sarebbero state le pressioni né a cosa sarebbero potute servire". Lo ha detto il governatore ligure Giovanni Toti, questa mattina durante un incontro elettorale a Milano, a chi gli chiede un commento sul caso del presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone. "Sono abituato - ha detto Toti - ad aspettare che i magistrati parlino con gli atti, abituato a considerare gli avvisi di garanzia una tutela per gli indagati e non un preavviso di condanna. Sono abituata ad aspettare il terzo grado, figuriamoci una richiesta. Invito tutte le forze politiche, le alleate e le opposizioni, a fare politica tenendo ben presente la stella polare della moralità - ha concluso - ma non del moralismo che ci porta poco lontano".

"Sono certo che il presidente Bruzzone saprà chiarire tutti gli aspetti di una vicenda i cui contorni e i cui profili giuridici mi risultato poco comprensibili almeno stando alle cronache dei giornali. Ho piena fiducia nei magistrati di Genova a cui spetta accertare i fatti", ha poi aggiunto Toti. "Per quando mi riguarda tutte le persone rispondono di quel che fanno dopo il terzo grado di giudizio e tutti sono innocenti fino a sentenza passata in giudicato. Così mi sono sempre comportato, senza mai indulgere a strumentalizzazioni, anche quando indagini e processi riguardavano avversari politici. Mi aspetto che tutti sappiano tenere un simile profilo per il bene della politica tutta e delle istituzioni", conclude Toti.

"L'accusa mossa nei confronti Bruzzone è gravissima, sopratutto alla luce del suo incarico istituzionale, che - a quanto emerge dalle prime ricostruzioni - sarebbe stato utilizzato a scopi personali, prima ancora che politici". Lo ha dichiarato il Movimento 5 Stelle Liguria con un comunicato. "Al di là delle responsabilità penali, che tocca ai magistrati valutare e che, in caso di condanna, determineranno le sue dimissioni, esiste una questione tutta politica che va chiarita immediatamente di fronte ai cittadini liguri. Il Presidente del Consiglio regionale chiarisca quanto prima in Aula per allontanare ogni ombra sulla sua condotta e provare a recuperare un minimo di credibilità".