porti e logistica

Secondo appuntamento in streaming
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Il dibattito pubblico di Terrazza Colombo sul rapporto fra Porti e città, giunto al secondo appuntamento, ha riacceso il dibattito su temi di primaria importanza, ma spesso lontani dai riflettori. Il Senatore ligure Maurizio Rossi, che ha organizzato il convegno, ha raccolto gli attori principali di settori strategici come crociere, turismo, progetti di trasformazione che interessano il fronte a mare genovese.

"Genova è una vergogna - ha tuonato Rossi in apertura di convegno - colpa della politica, ma anche della società civile che è stata assente, non ha vigilato, non ha svolto una azione di controllo".

Si è riaperta - per esempio - per esempio la discussione sul Blu Print. E sul futuro dell'imponente manufatto dell'Hennebique, in stato di abbandono. Filippo Delle Piane (Ance) ha spiegato che il grave errore sul bando del blu print è stato non ascoltare le voci che arrivano dal mercato che, ormai, non punta più sul residenziale.

Gli operatori delle crociere hanno espresso giudizi diversi su Savona ("Modello di collaborazione unico al mondo" secondo Costa Crociere) e Genova ("C'è ancora molto da fare per MSC").

Le associazioni di categoria hanno raccontato attraverso numeri e strategie, come sta cambiando il punto di vista della città sul fronte dell'accoglienza.


GLI INTERVENTI

Maurizio Rossi, senatore componente della commissione trasporti - "Raramente i politici hanno fatto programmi per i porti. A Milano comandano le realtà forti. A Genova hanno delegato la politica, che non è in grado di gestire nulla. Ma nessuno dice niente, questo è il problema. Noi oggi abbiamo una città distrutta, una vergogna. E a me dispiace perché la amo. Mi dispiace sentirmi dire da chi lavora e porta persone dall'estero che il centro storico è sporco, li rapinano, e non ci torneranno più. Sull'Hennebique bisogna avere il coraggio di dire quello che si può fare. I soci privati non ristruttureranno mai una struttura così. O lo teniamo così oppure bisogna valutare se abbatterlo. C'è un vincolo? Vediamo come rimuoverlo. Il tema di oggi è capire che tipo di influenza hanno i crocieristi sul territorio, che probabilmente siamo del tutto incapaci di sfruttare. Mi manda in bestia vederli andare all'outlet di Serravalle. E questo porto, col gigantismo delle navi da crociera, è sufficiente per soddisfare le esigenze di chi porta navi o servirebbe un'altra banchina?".

Leonardo Massa, country manager Msc Crociere -
"Genova è il nostro home port. Questo è un flusso turistico che dura per tutto l'anno, non solo in estate. L'impatto diretto sul territorio, secondo uno studio della Ca' Foscari, è di circa 100 euro al giorno per ogni crocierista. Parliamo di 900 mila ospiti all'anno. Il cliente rappresenta per il territorio una straordinaria opportunità. Ora è capacità e interesse del territorio parlare al cliente e creare le condizioni perché torni a trascorrere una vacanza più lunga. È un'opportunità ghiotta che può essere ampiamente sviluppata. Per la maggior parte degli ospiti Genova rappresenta un porto di imbarco e sbarco, ma si può facilmente ipotizzare di sfruttare il pre e post imbarco. Di solito programmiamo pacchetti di escursioni. Nel corso degli anni abbiamo fatto molta promozione della città. Ma dev'essere il territorio a farsi parte attiva con promozioni particolari da albergatori, ristoratori, offerta a 360 gradi. In questo non è stato fatto alcun progetto particolarmente spinto. La nostra azienda ha già ufficializzato i suoi programmi fino al 2019: Genova conosce in che giorni e ore le nostre navi saranno in porto. I nostri giorni a Genova di solito sono sabato, domenica e lunedì. Esempi da imitare? Barcellona e Valencia.

Neil Palomba, direttore generale Costa Crociere - "Parliamo di Savona, ma non dimentichiamoci che Costa Crociere ha sede a Genova. Savona è un porto che è e sarà centrale per il nostro business, il primo al mondo con un milione di crocieristi e in generale il quarto in Italia. Avremo le nuove navi da 6.600 passeggeri nel 2019, ci saranno lavori di adeguamento. Savona ha valorizzato il flusso di crocieristi che portiamo, grazie a protocolli d'intesa e accordi con Comune e Autorità portuale. Il modello Savona è unico in tutto il mondo, un'eccellenza per tutto il settore. L'abbiamo replicato in altre città nel mondo, come Barcellona. Con Pwc abbiamo analizzato l'impatto del nostro business su Savona. Sono 22 milioni di euro i consumi di Costa generati su Savona, 32 milioni generati dalla spesa dei crocieristi e 8,6 milioni dall'equipaggio. Significa più di mille euro per ogni abitante di Savona. L'impatto sul Pil della città è pari a 38,5 milioni e genera più di 360 posti di lavoro. Crediamo che le crociere siano state il volano della Savona turistica. Molti turisti stranieri sono sorpresi dalla bellezza di questo territorio. Sull'ambientale, non solo tutte le navi si stanno adeguando per abbattere le emissioni, ma nell'autunno 2019 arriverà la prima nave a gas, il combustibile fossile più pulito al mondo.

Maurizio Caviglia, segretario generale Camera di Commercio Genova - "Nel 2016 in Liguria sono passati 2.468.637 passeggeri. Prima regione in Italia. E noi non abbiamo Roma e Venezia. Non siamo capaci a valorizzare le cose in cui siamo più bravi di altri. È giusto dare ai turisti tutto ciò che possiamo perché tornino. Anzitutto infrastrutture - se vivono una giornata di traffico, quando tornano a casa si portano quest'immagine. Ci sono due sfere di competenza: quella delle compagnie e quella di promozione che facciamo noi. Msc ci ha aiutato moltissimo. Abbiamo scoperto un altro nodo, che a noi sempra banale: abbiamo i numeri civici rossi e neri, come anche Firenze. Questo manda in tilt tutti i dispositivi. Abbiamo quindi corretto le geolocalizzazioni perché il crocierista trovasse le varie attività. Altro aspetto importante: alcuni locali del centro storico sono raggiungibili giusto con la mappa. Abbiamo voluto creare una mappa con gli esercizi aperti la domenica e dopo le 21. Il nostro concetto di turismo è che la città deve essere bella per chi ci vive: così il turista ci si troverà bene. Meno sciatteria, più attenzione ai particolari. L'ospite si porta dietro un particolare come ricordo. La sostanza c'è, ma va curata. 

Luciano Pasquale, presidente Camera di Commercio Riviere di Liguria - "Stiamo facendo diventare questi 2,5 milioni di ospiti come gli altri 5 milioni che sono il turismo generale in Liguria. Prima erano due segmenti ognuno per conto suo. A Savona stiamo lavorando da anni. La collaborazione sta dando risultati. Dobbiamo fare uno studio di marketing per valorizzare le nostre tipicità. È vero che a Genova e Savona l'incidenza di home port è molto rilevante, ma come fanno a esserci 100 mila crocieristi alla Spezia che non c'è nemmeno la stazione marittima? Perché c'è un territorio: le Cinque Terre, l'alta Toscana, Firenze. Sul turismo giochiamo buona parte dell'economia della Liguria. 

Edoardo Monzani, amministratore delegato Stazioni Marittime - Il Comune di Genova, proprietario del 5% di Stazioni Marittime, vuole cedere la sua quota. La legge Madia obbliga a sfoltire le partecipazioni. Ma nonostante la legge salvi l'interesse generale, il Comune ha deciso che non gli interessa più. Ha attivato una procedura pubblica per la cessione, ma nessuno ha fatto offerte. La società è in mano di fatto a Msc. La legge prevede una forma di riacquisto da parte dalla società emittente. E questo provoca un gravissimo danno alla società. Le partecipazioni non si contano ma si pesano. Pensate l'importanza di avere un 5% in una società dove il primo azionista è il secondo armatore al mondo. Di fatto Aponte diventerà il proprietario del porto tra qualche anno. Abbiamo fatto un ricorso in tribunale, la questione sta andando avanti ed è interessante. Ma va notata la mancanza di strategia che il Comune ha sulle crociere a Genova. L'anno scorso abbiamo presentato uno studio per analizzare la ricaduta su Genova, non solo per il traffico delle crociere, ma anche i traghetti, e abbiamo calcolato l'indotto. Abbiamo una spesa sui nostri 3 milioni di passeggeri tra 238 e 281 milioni di euro. Il porto è adeguato? GIà oggi abbiamo 4 accosti che ci consentono di lavorare 4 grandi navi. Ma da qui a dieci anni raddoppia il numero delle navi. Se questo succede, noi qua perdiamo grandi opportunità, perché gli accosti non sono sufficienti. Anni fa avevamo già visto che questa potrebbe essere la nostra carenza. Dove mettiamo i traghetti? Avevamo presentato un progetto per trasferire a Voltri i traghetti: ha un accesso autostradale dedicato, si dirotterebbero lì i passeggeri extra Schengen, si lascerebbero a Genova i traghetti nazionali, e potremmo recuperare altre due banchine per le crociere. È stato bocciato perché i cittadini di Prà si opposero e la Vincenzi chiuse tutto in un cassetto. 

Alessandro Berta, presidente Unione industriali Savona - A Savona l'infopoint lavora insieme alle navi da crociera: da qui sono passati mediamente 80 mila passeggeri Costa, e la parte principale sono spagnoli e francesi che a Savona altrimenti non avremmo mai visto. Bisogna cercare un turismo emozionale. Pensiamo che in Florida vedono cos'è Savona o Genova. Queste persone saranno in grado di portare altri concittadini. Ormai i turisti francesi, tedeschi e spagnoli stanno profilando loro stessi bar e ristoranti con le loro recensioni. Ci sono alcuni bar in cui cambia la crociera ma continui a trovarci olandesi, o spagnoli. Dobbiamo offrire qualcosa di alternativo, di qualità ed emozionale. A Genova c'è una società di eccellenza legata all'Acquario che ha queste competenze. Proviamo a vedere Genova e Savona con gli occhi del turista. Questo deve essere l'obiettivo fondamentale di chi sarà eletto. 

Carla Roncallo, presidente Autorità portuale di sistema Mar Ligure Orientale -
Noi ci affacciamo con un certo ritardo, ma da qualche anno la situazione è consolidata. Abbiamo fatto 500 mila passeggeri nel 2016, credo lo stesso nel 2017. Per crescere dobbiamo lavorare anche sulla parte infrastrutturale e lo stiamo facendo. Il nuovo molo lo dobbiamo realizzare. Inoltre dovremo realizzare un nuovo terminal: quello attuale non è adeguato a questi numeri, ancora meno lo sarà per numeri più grandi. Le ricadute delle crociere sono posititive ma comportano qualche implicazione che va gestita col territorio. 

LA ROUND TABLE

Il tema di discussione è il silos Hennebique, inutilizzato dagli anni '70: demolirlo o ristrutturarlo? Se ne parla con Filippo Delle Piane, vice presidente nazionale dell'associazione costruttori (Ance). 

"È un caso interessante in un momento particolare - spiega Delle Piane - si sa che rigenerazione urbana è uno slogan politico di moda, sembra la ricetta di una città che torna a vivere costruendo su se stessa. Non è vero perché, con le regole attuali, demolire e ricostruire non è fattibile". 

L'Hennebique è considerato uno dei primi edifici in cemento armato in Italia, e per questo è sottoposto a vincolo architettonico. Una tecnologia all'epoca nuova per un silos granario realizzato da imprenditori torinesi con un aspetto particolare, poco industriale. All'interno ci sono celle quadrate realizzate per contenere granaglie. Lungo 210, profondo 40 e alto 20-52 metri, per un totale di 200 mila metri cubi di volume. "Rappresenta una diga, una separazione tra la città e il porto, anche simbolicamente", osserva Delle Piane. 

Numerosi e diversi i progetti sull'edificio. Uno di questi prevedeva la realizzazione di un albergo da parte del gruppo Ferruzzi, poi tutto fu abortito da Tangentopoli. E ancora l'Università e le Dogane al centro di idee di riqualificazioni mai partite. "Demolirlo non è una passeggiata, è una struttura straordinariamente poderosa - spiega Delle Piane - e il vincolo un sistema potente ma anche pericoloso, perché ci impedisce di avere reali alternative. Dovrebbe essere in primis liberato per avere alternative". 

Che iter seguire allora? "Il vincolo dipende dal ministero, che può toglierlo per la tutela stessa del bene. La strada giusta è che gli enti locali si facciano promotori della causa. Perché voglio farlo cadere? Non per demolirlo. L'ultima asta per dare l'Hennebique ai privati è andata deserta nel 2013. Investire una cifra così non è appetibile per nessuno. Hennebique è un oggetto che merita di rimanere lì per sempre? Secondo me no. Ci raccontino come è stato, qual è stato il suo corso. Ma facciamo dell'altro adesso. 

Si parla anche di Blue Print. "Il bando era sbagliato per attrarre gli investitori - sostiene Delle Piane - Due terzi delle strutture erano a destinazione residenziale, ma nessuno investe sul residenziale. Con un errore di fondo: li hanno messi tra il muraglione di Carignano e il Jean Nouvel. Insomma, qui se qualcosa funziona bene è un caso, perché non c'è pianificazione". 

Tutto in streaming su Primocanale.it ma anche in tv. Su Primocanale, canale 10 del digitale terrestre, passaggi alle 13, 20 e 23. Su Primocanale Tg24, canale 11, alle 14, 21 e 24. Tutto il convegno sarà memorizzato e visibile su terrazzacolombo.it e primocanale.it