politica

Legislatura verso la sua conclusione
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“Che cosa farò’? Mah, mi cercherò’ un lavoro”.

La confortante risposta è’ stata data a un giornalista dal ministro degli Esteri, Alfano, quando ha annunciato l’intenzione di non ricandidarsi alle prossime elezioni politiche.

Una frase drammaticamente concreta che possiamo applicare alla grande maggioranza dei politici italiani. “Mi troverò’ un lavoro” presuppone una ammissione antecedente: perché al di là’ dell’attività politica non ho mai lavorato. E questo è’ uno dei nodi nello stile, si fa per dire, della politica italiana. Che è’ un lavoro pagato ma che non presuppone che prima ci sia stato un altro lavoro. Diventando, quindi, spesso, lo sbocco lavorativo di tanti senza occupazione.

Pensate quanti dediti alla politica come mestiere e non solo parlamentari in questo momento anche in Liguria dovrebbero ripetere con sincerità la risposta di Angelino, incontrastato leader dei moderati cattolici che appoggiavano Renzi e oggi Gentiloni, pluripoltronizzato leader in uscita.

Quanti parlamentari e ex amministratori ,soprattutto delle forze del centrosinistra-sinistra , dovrebbero imitare l’ex potente politico siciliano.
Quanti sanno con certezza che non saranno più ricandidati e , peggio ancora, qualora lo fossero verrebbero inesorabilmente bocciati dagli elettori.

La tornata elettorale più assurda nella storia d’Italia che obbligherà i partiti residui a allearsi anche innaturalmente fra loro per dare un governo al Paese, ma che probabilmente ci riporterà a nuove elezioni autunnali, mieterà moltissime , illustri e meno illustri vittime.

Dal Parlamento alle segreterie dei partiti che per decenni hanno foraggiato truppe di funzionari e dirigenti.Il disegno dei collegi in Liguria, con Genova spaccata al centro verticalmente, l’avanzata del terzo polo pentastellato, lo sprint del centrodestra, le liti del condominio Pd-Mdp costringerà alcuni che hanno vissuto nella tranquillità di collegi-sofa’ o uffici di partito a prestarsi a sfide o perdenti da subito o all’ultimo sangue. Oppure a fare le valige tout court. Come il collegio a metà’ del centro di Genova o altri del Ponente dove i candidati della sinistra ex Pci, nonostante tutto, godevano ancora della solida storia comunista.

Le certezze che dava Genova città operaia, portuale e di sinistra, sono del tutto finite. Piccole e grandi crisi, abbandono del contatto con la gente, sprechi e favoritismi hanno terremotato un elettorato che era fin troppo fedele. E oggi il richiamo all’antifascismo davanti a allarmanti fenomeni di intolleranza non ha più gli effetti travolgenti di un tempo. La piazza si è’ svuotata, il disagio è’ cresciuto.

Nei quartieri dove la sinistra era trionfante sempre, quartieri per lo più di periferia, l’abbandono, la povertà e soprattutto l’immigrazione incontrollata, hanno capovolto le certezze politiche. Altro che rancore come sostiene il CENSIS! Qui è’ una reale questione di sopravvivenza. Grandi agglomerati “democratici”come Sestri, Sampierdarena, la Valbisagno, illusi per decenni, hanno cambiato idee politiche. Molti hanno abboccato all’amo dell’inesperienza fatta a merito dei Cinquestelle, all’attestato della loro onesta assoluta preferendo una rischiosa verginità ai calli governativi di sinistra e destra anche locali.

Si troveranno un lavoro i parlamentari in uscita e i funzionari? Proprio così, come milioni di italiani giovani e meno meno giovani sono costretti a fare tutti i giorni.

Magari gli ex parlamentari potranno godere di qualche conoscenza in più e di qualche porta più aperta di che quelle contro cui sbattono tanti comuni mortali. Ma sarà pur sempre una dura esperienza con la realtà del Paese a volte per loro troppo lontano.