economia

Assemblea pubblica di Confindustria Genova
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Sala del Maggior Consiglio gremita a Palazzo Ducale per l'evento clou di Confindustria Genova. Il titolo è un hashtag ma anche una domanda: #Genovadoveandiamo. L'assemblea pubblica è stata organizzata da Confindustria Genova per capire le prospettive economiche della città, “le ragioni per venire e le ragioni per restare”. Si parla di business, economia, progetti impantanati, responsabilità e soluzioni per uscire dall'impasse. Presenti tra gli altri il governatore ligure Giovanni Toti, il sindaco di Genova Marco Doria e il ministro dei trasporti Graziano Delrio

LE PAROLE DI DELRIO ALL'ARRIVO -
"Credo che non verranno tolte risorse a nessuno, semplicemente aggiungeremo risorse con uno sforzo straordinario. Il presidente del Consiglio  aveva sottolineato giustamente che vi era bisogno di un aumento della flessibilità anche in Europa su questi argomenti", ha detto il ministro dei Trasporti e infrastrutture, Graziano Delrio, rispondendo sulla possibilità che maggiore sforzo per garantire la sicurezza dopo gli attentati di Parigi possa incidere sulle voci della legge di stabilità.

"DECIDERE ANCHE CONTRO GLI ELETTORI" - Ad aprire il dibattito è il presidente di Confindustria Genova, Giuseppe Zampini: “Avevamo individuato dieci progetti critici per la città, da Erzelli alle infrastrutture. Nessuno ha avuto effetto significativo. Perché si possa uscire dalla situazione in cui versa la città è necessario uno sforzo comune in cui tutte le competenze vengano fuori. Cerchiamo oggi di definire un progetto comune di città. Chiediamo competenza e capacità di decidere, anche contro l'interesse del bacino elettorale. Decidere per poi rimettere in discussione è stata la causa della crisi.

L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE LIGURE GIOVANNI TOTI

"Avanti sui trasporti insieme alla Lombardia"
-"Sulle grandi opere non siamo fermi, il Terzo Valico sta andando avanti". Di grande attualità è ancora il progetto del treno veloce Genova-Milano: "Sono già al lavoro gli assessori ai trasporti delle nostre due regioni, stiamo valutando la fattibilità del progetto che riteniamo sia realizzabile. Certo che, dopo una ventina di anni in cui non è successo niente, non pensiamo di risolvere tutto in una ventina di giorni, ma crediamo che si debbano trovare soluzioni al più presto per avviare il servizio nei primi mesi del prossimo anno. Il treno veloce senza fermate intermedie Genova Milano sarà una buona soluzione-tampone, perché stare a guardare con le mani incrociate gli scavi del Terzo Valico, opera strategica per i due asset lombardo e ligure non ci pare il modo migliore per far passare cinque anni. Dopodichè occorre pensare anche a migliorare e a velocizzare i collegamenti ferroviari tra Genova e Roma per integrare i voli o in alternativa all’aereo".

"Più privato e meno pubblico" - E nel giorno in cui il governatore lombardo Maroni arriva a Genova per l'accordo bilaterale sulla sanità, Toti torna a promuovere un sistema di collaborazione pubblico-privato: "Il peso dei privati nella sanità pubblica in Liguria? Equivale a zero, mentre la concorrenza tra pubblico e privato credo sia il sale per migliorare le cose. Nell’arco di questi cinque anni faremo in modo che il privato pesi un po’ di più, stiamo parlando di privato convenzionato, che per il cittadino vuol dire migliori servizi e nessun costo aggiuntivo, spesso con un risparmi anche per le casse dell’erario”.

Ansaldo - Si troveranno gli spazi a mare per Ansaldo? "Affare complesso, ma non impossibile. Ci sono molte aree improduttive a Cornigliano, abbiamo diverse imprese che possiamo coinvolgere. A Ilva non servono tutte quelle aree". 

"Parlamento? No, resto qui" -  E nel 2018, lascerà la Liguria per il Parlamento? "Non ci penso nemmeno, siamo persone serie e sono contento di come abbiamo lavorato. Resterò alla guida della Liguria".


ERZELLI: FUTURO SOLO CON LE GRANDI IMPRESE - Parla Fabrizio Ferrari, vicepresidente di Confindustria Genova con delega all'alta tecnologia: "Da più di cinque mesi lavoriamo per avere risposte univoche. Cerchiamo di armonizzare la città, è necessario lavorare insieme. Per il polo tecnologico le grandi imprese sono importanti. Ma sono multinazionali, internazionali. Non più radicate sul territorio. La loro testa è a Londra, o in Giappone o da un'altra parte. D'altra parte, ho sentito parlare di startup ma non di capacità innovative. Se un'azienda resiste da dieci anni ma ha un'idea innovativa, va aiutata come la startup".


L'INTERVENTO DEL SINDACO MARCO DORIA

Gli spazi industriali e le rivoluzioni urbanistiche – "Su Ilva faccio una duplice considerazione. Da un lato condivido la necessità che l'Italia abbia un'industria siderurgica moderna. Lo stabilimento di Cornigliano è il tassello di un ciclo complessivo, ma non facciamo riflessioni demagociche. Ci sono aree che non possono essere usate a fini siderurgici. Non ci sono più le aree di una volta. Su Erzelli è importante quanto fatto per Esaote nel difficile accordo con il Mise. Saranno trasferiti a Erzelli gli uffici, mentre il manifatturiero andrà a Multedo. Circa il trasferimento di ingegneria, potete crocifiggermi su quello che fa il Comune, non per quello che fanno gli altri enti. Il Comune si sta impegnando a fare in modo che il Politecnico usi i 120 milioni di fondi regionali e statali per avere una sede adeguata al nostro secolo, agli Erzelli. Il Blue Print lega le riparazioni navali al ridisegno del quartiere fieristico, che non può essere quello che era nel '900. È importante che il commissario del porto non venga qui per l'ordinaria amministrazione, è necessario accelerare i tempi.

Trasporti - Il futuro è su rotaia: puntare sui treni veloci Genova-Milano, un migliore collegamento con Roma. Sull'aeroporto: a mio giudizio Alitalia può essere accusata di abuso di posizione dominante. Servono provvedimenti che evitino lo scandalo di 400-500 euro per tratta Genova-Roma.

Sicurezza del territorio - "È un fatto che per volontà del Governo e del Comune siano arrivati fondi mai arrivati a Genova in passato. Ma in questi anni vengono spese somme che non si sono mai viste nei decenni precedenti".

Terzo punto: la trasparenza - "In Comune non ci sono spese pazze. Cerchiamo di dialogare con le aziende: non al ristorante, ma nel mio ufficio o nelle loro aziende. Abbiamo ridotto i costi. L'amministrazione ha licenziato gli assenteisti. Chiediamo al Governo che liberi gli spazi del patto di stabilità, che è una trappola asfissiante, per spendere soldi che abbiamo in cassa e pagare le imprese e i servizi"


L'INTERVENTO DEL MINISTRO GRAZIANO DELRIO

Ospite attesissimo il ministro delle infrastrutture e dei trasprorti. Al centro del suo intervento la riforma dei porti e le grandi opere necessarie alla logistica.

"Genova: commissario per poco tempo" - "Il nome non ve lo posso ancora dare, comunque il commissario resterà per poche settimane. Vi do invece una buona notizia: la riforma è già stata approvata, manca solo la parte relativa alla governance, ma è un pezzetto piccolo. Ciò che importa è che Genova è un polo strategico per tutto il sistema Paese. Dobbiamo abituarci a pensare non alle singole città, ma a tutta la Penisola come un grande pontile nel Mediterraneo. Il porto di Genova può smistare da solo la metà di tutti i traffici italiani. Siamo pronti a questa sfida per rilanciare Genova al centro del grande triangolo industriale italiano. Ma un porto senza infrastrutture alle spalle è mozzo". 

Infrastrutture: raddoppiati i fondi per il Terzo Valico - "Ho fatto raddoppiare i finanziamenti per il Terzo Valico. Stiamo lavorando perché una parte sia finanziata dall'Unione Europea. Vedo che siete preoccupati per l'incertezza. Dico anche che non è possibile avere imprese con più avvocati che ingegneri. Ogni intoppo nei lavori costringe a star fermi per anni. Non è più accettabile. Una volta si costruivano 800 km in otto anni, oggi facciamo 1 km all'anno. Ma parliamo di altri fatti: il quadruplicamento della ferrovia Voltri-Brignole, lo scalo del Campasso, il raddoppio ferroviario a Ponente. Tutte opere su cui stiamo andando avanti. In Italia soffriamo una grave carenza sui trasporti: locali, regionali e a media-lunga percorrenza. Qui è colpa nostra, dello Stato, non abbiamo imposto a Trenitalia condizioni differenti. Ma è necessario lavorare sui collegamenti perché fanno parte delle prospettive di sviluppo".