cronaca

A Terrazza Colombo nuovo confronto sul caso Iplom e il Porto Petroli
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La presenza di attività legate al petrolio è da anni uno dei problemi che rende molto difficile il rapporto tra la città e il porto. Carico e scarico di prodotti petrolchimici, depositi, oleodotti che attraversano Genova: ci sono casi e interrogativi ancora senza risposta.

Il convegno crossmediale di Primocanale in programma questo lunedì 20 novembre alle 10 a Terrazza Colombo sara incentrato su questi temi e ha come titolo "Genova e il petrolio, la convivenza è ancora possibile?"

Si parlerà del caso IPLOM per capire dopo il disastro di Fegino e del Polcevera del settembre 2016 cosa è stato fatto per la messa in sicurezza e la bonifica. Ma anche di Porto Petroli Spa che chiede il rinnovo della concessione per 10 anni, ma non è chiaro cosa possa essere riconosciuto per una servitù che porta benefici in altre zone del paese, senza ricadute effettive sul territorio?

Il convegno crossmediale di Terrazza Colombo ha l’obiettivo di chiarire questi e altri aspetti,
nell'interesse dei cittadini che da anni lamentano problemi di carattere ambientale, miasmi e pericolo di incidenti.
Interverrà il sindaco di Genova Marco Bucci, esponenti politici di Comune e Regione, rappresentanti di alcune aziende interessati, comitati, cittadini, rappresentanti dei municipi.



GLI INTERVENTI:

 

Maurizio Rossi, senatore Liguria civica: “L’occasione di questo convegno è il modo soprattutto per informare la cittadinanza sul futuro del Psa di Prà-Voltri. Innanzitutto il pieno completamento dello scalo è un passaggio importante per la cittadinanza. E poi un altro tema riguarda il nome ufficiale: esiste una motivazione seria e corretta che vuole che il suo nome sia  Psa di Prà-Voltri. È giusto dare il riconoscimento ai cittadini di questa zona della città che si vede così fortemente coinvolta nelle attività del porto. Di recente ho parlato con il presidente dell’Autorità di Sistema del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini che si è reso disponibile a fare degli incontri appositi per riaprire un dialogo serio sui lavori che previsti e su quello che sarà il futuro. Ma c’è un grande problema di base: Nessuno parla e informa i cittadini di Prà e Voltri e Multedo sul futuro dell’area portuale della loro zona. Porto Petroli ha presentato un’istanza di rinnovo della concessione per altri dieci anni. Ecco, il Comune deve entrare assolutamente su questo rinnovo e i cittadini devono essere informati su quali sono gli impegni che verranno previsti nella loro area. E’ presente una servitù e ci apprestiamo a viverla per i prossimi dieci anni. Ma in questo caso non può valere solo un discorso puramente economico, ma deve esserci anche e soprattutto una giusta informazione ai cittadini. Ci sono alcuni grandi problemi da risolvere: Uno di questi riguarda i termini del rinnovo e cosa prevede il suo contenuto; un secondo  riguarda il ribaltamento a mare. Un altro elemento importante è stata la scoperta fatta da Primocanale, che il rinnovo del canone sulle condutture firmato nel 2015 viene pagato 1.356 euro all’anno. Sono tutti punti fondamentali ma quello a mio avviso primario  è la necessità di intavolare un dialogo tra istituzioni, aziende e cittadini di Multedo. Porto e città sono una cosa sola, il porto deve rispettare la città e la città deve rispettare il porto.

 

Guido Barbazza, presidente fondazione PRimAvera: “Perché l’importanza di dare il nome giusto alle cose?  Per tre motivi fondamentali:  per una questione di realtà, in quanto il porto container è a Prà quindi è giusto si chiami così, visto anche che esiste una legge apposita che ne definisce il nome. Per un motivo di giustizia, il porto è stato realizzato spazzando via 34 stabilimenti balneari e le atre attività per una costruzione durata 45 anni. Il terzo punto riguarda le opportunità: serve un ‘porto amico’ perché deve diventare portatore di opportunità e non solo di problemi per gli abitanti, quindi parliamo di aspetti quali la maggiore economia e le maggiori opportunità di lavoro che ne possono e devono scaturire”.

 

 

 

 

Maurizio Maugeri, presidente Porto Petroli: “Ringrazio innanzitutto il senatore Rossi per averci dato l’opportunità di fare chiarezza su queste tematiche. Porto Petroli gestisce il terminale di Multedo. C’è una concessione che risale al 1994. Porto Petroli è la porta di accesso a un sistema logistico di approvvigionamento energetico strategico per lo Stato. Rappresenta il fabbisogno energetico del 70% del Nord Ovest. Ora ci sono circa 14 milioni di tonnellate movimentate, quantità che negli anni si è ridotta ma che resta comunque di alta importanza a livello nazionale. I confini di Porto Petroli sono perimetrati e per quanto riguarda la gestione dalle condutture inizia una gestione da parte di altri soggetti. Esiste un perimetro di competenza per Porto Petroli. L’Istanza? Noi chiediamo una concessione di ulteriori 10 anni, dal 2020 al 2030. Nell’istanza abbiamo presentato un piano di attività e uno di investimenti. Porto Petroli contribuisce sulle tasse delle merci, paga un canone di oltre un milione all’anno e paga iva e accise varie e sulla base di questo l’Autorità portuale riceve un pagamento. E’ la legge a prevedere una concessione minima di dieci anni. Questo è un termine sufficientemente lungo per portare avanti lo sviluppo dell’attività e far capire alla popolazione le intenzioni. Noi siamo disponibili a parlare al territorio, siamo pronti al dialogo, ma prima c’è da precisare una questione: la sicurezza è il ‘focal point’ di Porto Petroli: Stiamo investendo proprio sotto questo punto di vista: l’obiettivo è ridurre le probabilità che un accadimento avvenga e questo lo si fa con maggiori controlli e maggiore manutenzione. Il secondo elemento riguarda l’immediatezza delle azioni da compiere in caso di eventuali problemi. Su queste cose abbiamo investito 15 milioni in tre anni. Spesa già in corso, fatta comunque prima della firma della nuova concessione”.

 

 

Gian Piero Celerino, voce storica di Multedo: “Ho letto alcune cose interessanti sul sito di Porto Petroli, e ho visto con piacere che c’è una certa attenzione sul tema sicurezza. Sicuramente dico che serve investire ancora sotto questo punto di vista. E soprattutto ribadisco che serve maggiore informazione diretta ai cittadini e abitanti della zona. Un altro tema fondamentale è poi il controllo sulle ciminiere delle navi, chiedo che ci siano un controllo che possa evitare le esalazioni nocive e nel caso vengano apposte sanzioni economiche eque. Un altro tema infine riguarda la sorveglianza sull’area di Multedo. Noi siamo assolutamente disponibili al colloquio e al dialogo con tutti”.

 

 

Antonella Marras, comitato di Fegino: “Come rappresentante dei cittadini di Fegino noi ci aspettiamo che la bonifica parta immediatamente, tuttavia non sappiamo se questo avverrà. Noi ci aspettiamo che i tubi vengano tolti dall’alveo, ci è stato detto che le tubature verranno spostate. Questo è un tema che riguarda il ministero che però è molto lontano dal territorio. E’ proprio notizia di ieri della presenza di nuovi miasmi nella nostra area. Ci aspettiamo che il sindaco si attivi per chiedere una analisi sanitaria approfondita. Noi vogliamo sapere come stiamo e soprattutto servono delle prescrizioni idonee all’azienda. Serve l’utilizzo di tecnologie nuove, perché quei serbatoi sono lì da sessant’anni. La legge Seveso deve essere applicata anche sulle tubature e questo deve essere fatto anche dalle aziende terze impegnate. Per questo chiediamo al Comune maggiore attenzione e controlli sotto questo punto. Serve sicurezza nell’alveo e un maggior monitoraggio di tutti gli agenti e micro agenti inquinanti presenti”.  

 

Marco Bucci, sindaco di Genova: “Con i comitati noi lavoriamo quotidianamente. Penso che ogni città e ogni Regione ha diritto di poter scegliere qual è il suo futuro. E a volte serve fare scelte importanti. La scelta deve essere fatta. E una volta presa la decisione bisogna fare nel modo migliore possibile. Con il massimo rispetto della salute, della qualità della vita dei cittadini e della loro sicurezza. Allora bisogna ragionare bene, serve fare un discorso razionale. Per quanti riguarda la salute, il sindaco ha il dovere di garantire tutti i controlli opportuni. Per quanto riguarda la qualità della vita, non si può pensare di non garantirla. E sulla sicurezza, bisogna far rispettare le leggi italiane, se ci riusciamo a fare questo le maggiori misure di qualità verranno garantite perché le leggi italiane già lo prevedono. Non vorrei che si pensasse che le aziende non pensano alla sicurezza, conosco il business perché ci ho lavorato per anni. L’interesse è di tutti nel trovare soluzioni adatte. Bisogna come al solito mettersi attorno a un tavolo per trovare la cosiddetta soluzione ‘win to win’, un sistema che accontenti tutti”.

 

Maurizio Maugeri, presidente Porto Petroli: “Il sindaco ha detto una cosa importante, la sicurezza è un tema che deve essere presente all’interno dell’azienda e da noi già lo è. Oggi c’è una grande sensibilità sul tema. Noi abbiamo i vigili del fuoco pronti a intervenire in qualsiasi momento del giorno, sono presenti 24 ore su 24 ore. E’ presente poi un sistema di videosorveglianza che assicura che non ci siano intrusioni improprie all’interno della struttura. Le emissioni nelle atmosfera? Sono sempre al di sotto delle soglie. E sulle ciminiere delle navi che stanno in porto, è un problema che interessa tutte le navi: noi siamo disponibili a verificare con l’autorità  e a fare tutti i controlli del caso”.

 

 

Stefano Maggiolo, direttore scientifico di Arpal: “Partiamo da Fegino, c’è un aspetto di tipo amministrativo che nasce da una procedura che prevede un iter articolato di varie fasi. La prima riguarda la sicurezza. Siamo in una fase di caratterizzazione nella quale l’azienda deve definire estensione e profondità dell’inquinamento che ha prodotto. Ora siamo nel momento finale di questa fase, poi si entrerà nell’analisi di rischio. Poi potrà partire la bonifica. Qualcuno teme che questa non avvenga mai? Mi sento di dire di no, ci sarà un intervento di questo tipo. Ovviamente è a carico dell’azienda. I valori che emergono dalle colonnine a nostro carico non son difformi da quelli di molte altere zione della città. Di certo però non si può non tener conto dei problemi di origine odorifera segnalati dai cittadini.

 

 

Cristina Lodi, Partito democratico: “La sfida  a mio avviso è quella di investire in una industria sostenibile. Su Iplom ci sono due procedure in campo. Una riguarda Arpal e l’altro il ministero dell’ambiente. Ma soprattutto bisogna parlare di investimenti per gli abitanti della zona, non devono essere semplici compensazioni”.

 

Francesco Maresca, consigliere delegato ai porti del Comune: “Qui il problema vero riguarda gli ultimi 30 anni. Il Comune ha preferito non intervenire durante i 60 giorni della scadenza della proroga perché intervenire sarebbe stato prematuro. Non dobbiamo mai dimenticarci l’economia della città. Non abbiamo la bacchetta magica per risolvere un problema che va avanti da 30 anni. Ma dobbiamo studiare bene la situazione per garantire il massimo risultato possibile. Sono problematiche urgenti e che vanno affrontate con consapevolezza”.

 

Alice Salvatore, Movimento 5 Stelle: “E’ fondamentale che la politica metta la parola sulla concessione. Trovo molto grave la servitù garantita a 1.350 euro all’anno per la concessione delle condotte nel nostro territorio. Noi dobbiamo guardare anche al futuro, il nostro Movimento ha già stabilito un programma che prevede entro il 2030 il dimezzamento di tutte le attività legate alla produzione di carburante. E’ fondamentale garantire a tutti i cittadini la massima sicurezza e la pulizia dell’ambiente dove vivono.  Sono certamente un elemento di preminenza rispetto agli interessi aziendali. In questo senso è la politica che deve garantire la piena tutela dei cittadini. E sulle emissioni odorifere serve una caratterizzazione specifica. Secondo noi serve dislocare il Porto Petroli dal suo attuale luogo a un altro lontano dalla città”.    


Mauro Avvenente, Partito democratico: “Abbiamo fatto di tutto come città per allontanare alcune fabbriche inquinanti e poi invece ci siamo tenuti altre realtà come la Stoppani. Nessuno ha mai parlato della possibilità del trasferimento del Porto Petroli. Fino a quando il petrolio resterà strategico questo non potrà avvenire. Su Porto Petroli va certamente migliorata la sicurezza. Noi vogliamo conoscere le sostanze volatili presenti nell’ambiente, serve essere molto chiari su questo punto. Il Porto Petrolio non ha necessità di avere al suo interno altri elementi che possono aumentare la pericolosità. Immaginate se all’interno dovessero esserci Crmagnani e La Superba. La legge dice che devono stare all’interno del porto ma non all’interno del Porto Petroli.


Il convegno, moderato da Andrea Scuderi, sarà trasmesso in diretta streaming su Primocanale.it e in prima serata su Primocanale (ch.10).
Si tratta del secondo appuntamento dei dieci previsti con cadenza mensile sino a luglio 2018 che entra nel tema del rapporto tra porti e città.