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"Il Comune di Genova ha un debito di 15 milioni"
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Un tempo la Fiera di Genova era una meraviglia. Ricordo Autostory di cui fui organizzatore e socio con la Fiera. Era la prima fatta in Italia, mentre oggi ce ne sono di grandissime ad esempio a Torino proprio settimana scorsa oltre 60mila persone in tre giorno a Autmotoretro'. Per non parlare di Tecnhotel Bibe, oggi Vinitaly a Verona. O, ancora, il Salone Nautico, per il quale mi telefonavano da ogni parte d'Italia per trovare uno spazio in Fiera. E il Torneo del Palasport di calcio, il concerto dei Beatles, i grandi del tennis, il rally della Lanterna, il motocross indoor a livelli mondiali. Per arrivare fino ad Arcomoda, che facevo negli anni 80 con Radio Genova Sound.

I governatori Sandro Biasotti e Claudio Burlando mi proposero di fare il presidente. Ho sempre chiesto una sola garanzia, quella di avere del capitale a disposizione per mantenere le manifestazioni in essere e per acquistarne e sostenerne altre. Questo nella consapevolezza che ogni milione di euro speso in quella direzione ne avrebbe resi almeno dieci a tutto il resto della città. Ed è anche stato così per molti anni, con ristoranti e alberghi pieni anche a 50 chilometri dalla Fiera. Ma alla mia richiesta di fondi degli azionisti tutt restarono muti. A Genova si investe solo nelle costruzioni, poco nei contenuti e nulla nella promozione.

In questa storia, dal passato glorioso e un futuro triste, c'è una persona che tengo a ricordare. Si tratta di Antonella Matacera, scomparsa qualche anno fa per un brutto male. Lei è stata l'ultimo vero motore della Fiera, l'estremo baluardo prima del declino. Dopo la parabola è diventata discendente, colpa soprattutto degli azionisti: incapaci di crederci fino in fondo e di trovare le persone giuste, schiavi delle solite logiche che da tempo immobilizzano Genova.

Nessuno ha voluto puntare dei soldi sulla Fiera di Genova. Tanti soldi per i teatri, che portano poco o nulla al turismo. Soldi per altre strutture e per altre manifestazioni, ma nulla per la Fiera. E intanto i debiti crescevano per incapacita' di portate nuove inziative alla Fiera tanto, bastava il Nautico a dfsr stare in piedi la baracca! Presunzione sulerbia miopia!

Il Comune di Genova ha un debito di circa 15 milioni con la Fiera. Ora ha preso tutto in mano con la Spim, la società pubblica che si dovrebbe occupare della gestione del patrimonio immobiliare. Ma la Fiera sembra più che altro abbandonata al degrado. Da quanto mi dicono, al Palasport è esplosa la centrale elettrica durante l'ultima manifestazione di Motocross e non è mai stata rimessa a posto. Da quello che si racconta, l'abbandono è talmente elevato che si sono verificati episodi di furti di rame dalla sala congressi e di persone intrufolate all'interno per fare la qualsiasi cosa.

Per non parlare poi della situazione del Padiglione B, quello disegnato da Jean Nouvel. Lì le porte di sicurezza non funzionano. Questo costringe il personale a darsi il turno per garantire l'eventuale apertura a mano in caso di emergenza. Ma problemi si registrano anche con il tetto, xhe soveva essere specchiato ed essere il fiore all'occhielo della struttura e che invece versa nelle condizioni che conosciamo. E poi è la struttura in sè a presentare dei grossi limiti, in quanto l'elevato numero di colonne impedisce di accogliere diversi tipi di manifestazioni. E molti lo dissero e risulta dai verbali ma la politica volle quella struttura e a quei costi folli!

Ma di chi è la colpa di tutto questo? È forse del personale? No, il problema è la mancanza di strategia che si è avuta per anni. La colpa unica, quindi, è solo degli azionisti. Ora si propone il 50% ai creditori. Si sta cercando di fare di tutto per evitare il fallimento, perché un curatore fallimentare chiederebbe come prima cosa i 15 milioni dovuti dal Comune di Genova. Un Comune le cui responsabilità si estendono al comportamento della Spim, che nella trascuranza ha lasciato cadere nel degrado gli immobili.

Ricordo quando a Livorno il sindaco dei 5 Stelle, Nogarin, dopo il disastro lasciato dalle giunte precedenti, ha detto di voler portare i libri in tribunale. Il Pd in quel caso ha alzato i toni, gridando alla vergogna. Ma se questo lo fa la giunta di sinistra va bene?

I maggiori responsabili del dissesto sono loro: il Comune di Genova, la Provincia e l'ex giunta regionale. Tutti di sinistra. Sono loro che hanno portato la Fiera al collasso e che hanno scelto i manager negli ultimi dieci anni. Sono loro i responsabili di questa situazione e ora cercano di scaricare il debito sulle spalle dei fornitori e dei dipendenti. Preferiscono mettere la società in liquidazione per non portare i libri in tribunale, perché hanno paura che esca fuori la verità su quanto accaduto in questi ultimi dieci anni.

Da tempo non si capiva quale fosse la strategia, cosa si volesse fare della Fiera. Anziché accorparla con la Porto Antico, si preferisce chiuderla e privilegiare il Porto Antico. Forse si vuole fare il Salone Nautico al Porto Antico, forse anche Euroflora e altro. Si vuole chiudere la Fiera e dedicare ogni risorsa alla Porto Antico spa, che ha investito molto nella nuova vasca (sembra circa 23 milioni di euro). Se questa e' la strada segnata lo si dica co chiarezza non adducendo colpe al mercato o altre scuse.

Potrebbe essere tutto giusto e, chissà, anche interessante. Ma perche non si dice ai cittadini quale sarà il futuro delle aree di Fiera e Porto Antico? Chiarezza e trasparenza: è questo quello che si chiede. Di dire la verità e che si applichi lo stesso principio anche a tutte le altre realtà sostenute finanziariamente da soldi pubblici. Realtà che, peraltro, mai daranno gli stessi ritorni turistici e di presenze che dava la Fiera.

Sono tante le domande che attendono una risposta. Dove finirà il Salone Nautico? Come si fa a programmarne la nuova edizione se anche le darsene non sono ancora affidate? Dove finiranno le altre Fiere? Per non parlare del Blue Print, senza alcun finanziamento e che ad oggi è solo uno schizzo senza che si conosca nulla sui costi. Solo ora si apre una gara per i reali progetti esecutivi e solo quando saranno pronti si potrà capire se è un progetto realizzabile o meno. Sempre che si trovino i finanziatori.

E poi, quale sarà il livello di speculazione edilizia residenziale? Perché non dire, anche in questo caso, la verità alla città? E, last but not least, è stata fatta una ricerca europea di eventuali soggetti disponibili a prendere in modo privato la Fiera? Tutte domande che attendono risposte, chiare e trasparenti.