cultura

L'esperienza raccontata attraverso gli occhi degli attori protagonisti
3 minuti e 14 secondi di lettura
Debutta alla Corte “Desdemona non deve morire”, lo spettacolo realizzato dagli “Scatenati”, la compagnia teatrale della Casa Circondariale di Marassi, in scena dal 10 al 15 aprile. Un tema delicato e purtroppo attuale quello proposto quest’anno dal regista Sandro Baldacci: il femminicidio, infatti, è ancora all'ordine del giorno. "Sicuramente portare un argomento di questo tipo in ambiente carcerario è particolare perché spesso si incontrano persone che hanno in qualche modo avuto a che fare con la violenza di genere".

In Otello ha individuato l’archetipo dell’uomo geloso, capace di “uccidere o sfigurare una donna” soltanto per il suo orgoglio ferito, istigato dal perfido Iago.

Accanto a loro, due figure femminili: "Il mio personaggio -spiega Martina Limonta che interpreta Desdemona- è quello della donna preda, che si fa preda e lascia che la cosa succeda, perdonando ogni rimprovero. Che poi rimprovero non è la parola giusta perché schiaffi e insulti sono atti di violenza fatta e finita".

Cristina Pasino, invece, sarà Emilia, Emilia che "è contro tutti gli uomini, perché negli anni è sempre stata trattata in un certo modo, persino da suo marito. Nel momento in cui l'amica comincia ad essere maltrattata da Otello, lei parte con le sue invettive contro tutti".

Entrambe le attrici, provenienti dalla Scuola del Teatro Stabile di Genova, sono al loro primo anno di questa esperienza: "All'inizio sono entrata un po' cauta e anche prevenuta. Anche per quanto riguarda il come vestirsi, bisogna pensare a che femminilità puoi portare dentro o meno", racconta Martina.  

Ma poi sono nati dei veri rapporti di amicizia con i colleghi, partecipi sia in scena sia dietro le quinte. Lavorare al Teatro dell'Arca lascia un segno tanto che c'è chi da anni collabora a questo progetto, come Igor Chierici che quest'anno vestirà i panni di Iago. "È una bellissima esperienza dalla quale non voglio separarmi". "Tanto che ha cercato anche di farsi arrestare", scherza il collega Antonio Carli. "Trovo la vera essenza del teatro, che si nutre di verità e vita e qui di verità c'è n'è tanta".

Il progetto è partito nel 2006 e da allora l'associazione Teatro Necessario ha trovato pieno appoggio del direttore Mazzeo prima e dell'attuale direttrice, la dottoressa Maria Milano d'Aragona: "Il teatro ci aiuta a creare un ponte con l'esterno. Un ponte necessario per il recupero delle persone detenute che mette in contatto con la cittadinanza tutto il mondo carcerario, il cui lavoro è spesso ignorato poiché nascosto dalle mura di cinta". 

Ogni anno vengono coinvolti "attori" sempre nuovi, anche se una decina sceglie di ripetere l'esperienza anche l'anno successivo. Come Giorgio che dopo il primo anno si è lanciato.  "In 'Billy Budd' diceva soltanto 'Sì signore, no signore'", ricorda Sandro Baldacci. "Quest'anno, invece, mi ha chiesto se poteva avere un ruolo più impegnativo e ho voluto dargli fiducia assegnandogli il personaggio di Cassio".

Mentre Luca, dopo tanti anni da protagonista, si è infortunato a due settimane dalla prima ed è stato sostituito proprio da Antonio Carli, che in due settimane ha raccolto la sfida e ha imparato la parte. "Un grande rammarico perché dopo quasi sette mesi di prova era riuscito a fare un Otello davvero interessante".

Ma the show must go on ed è proprio Carli ad invitare "Quello che lascia questo spettacolo è una grande potenza e un grande impatto emotivo. C'è una battuta che dice Otello ad un certo punto: 'Auguro anche a voi di riabbracciare al più presto i vostri cari'. Io la sento molto perché la dico a persone per cui questo augurio è estremamente vero".

(Foto di Roberto Materassi)