Se ci fosse ancora Giorgio I, il fantomatico Nicolas premiere ci avrebbe pensato due volte prima di tentare il colpo di stato a Seborga, il piccolo paese alle spalle di Bordighera che rivendica l'indipendenza dall'Italia. Il sindaco Enrico Ilariuzzi ne è convinto: “Lui è stato il fautore di tutto, la sua leadership e il suo carisma avrebbero inciso su questa storia. Certo, ha vissuto in un epoca meno mediatica della nostra, in cui è più facile comunicare”.
Il primo cittadino (quello riconosciuto dalla legge) non la prende troppo sul serio. Se un francese un bel giorno si alza, copia il sito del principato e dice di essere il vero sovrano, con tanto di nomi di ministri e segretari, per il primo cittadino si tratta in fondo di folklore. Anche se il folklore la sua importanza ce l'ha: “Basta rimanere nel solco della legalità. Spero che tutto confluisca in promozione del territorio. Se è una cassa di risonanza per fare i nostri interessi, ognuno faccia quel che deve fare”.
Insomma, è una questione di marketing: principe vero o principe falso, basta che se ne parli. Ma in effetti, se tanta gente conosce un po' la vicenda di Seborga, il merito è del compianto Giorgio I: sua la dichiarazione d'indipendenza, sua l'idea della moneta, la bandiera, gli statuti. “Chiaro che vedere deturpato tutto questo lavoro avrebbe fatto alterare chiunque, non solo lui”, dice Ilariuzzi.
Ora toccherà al suo erede Marcello, di ritorno fretta e furia da Dubai, correre ai ripari. E al di là delle contese storiche e geopolitiche, a interessare sono le ricadute sul turismo. Anche perché questo lembo di terra nel Ponente ha tanto da offrire: “Siamo uno dei borghi più belli d'Italia, con la bandiera arancione, con caratteristiche esclusivamente nostre”.
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'Colpo di Stato' a Seborga, il sindaco: "Folklore, ma utile a promuovere il territorio"
E intanto si compiange principe Giorgio: "Il suo carisma avrebbe influito"
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