Cultura e spettacolo

Divenuto ormai tradizione da 15 anni, il Festival di Pasqua con le sue masterclass e concerti rappresenta un'occasione unica per i giovani allievi di esibirsi davanti ad un pubblico internazionale che frequenta il borgo in occasione della Pasqua
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CERVO - Arrivano dalla Germania e dalla Francia, ma anche dalla Cina, dal Giappone e dalla Corea. Sono i giovani iscritti al Festival di Pasqua di Cervo, una serie di masterclass che vedono allievi da tutto il mondo ogni anno per perfezionare il loro studio in pianoforte, violino, violoncello, flauto, canto corale e canto lirico. Giunto alla 15esima edizione, il festival rappresenta uno spin-off del più longevo e celebre Festival Internazionale di Musica da Camera di Cervo, in programma da 60 estati a cavallo tra luglio e agosto. Un appuntamento che ci illustra uno dei professori, Marco Camastra, che con il direttore artistico Roberto Issoglio e altri grandi insegnanti per Pasqua preparano i ragazzi per i vari concerti, da venerdì 29 marzo venerdì 30 al lunedì di Pasquetta il primo aprile. 

"Per i partecipanti è una bellissima occasione, innanzitutto di confrontarsi con altri studenti e artisti da tutto il mondo. E anche il pubblico arriva da tante parti del mondo, perché comunque le masterclass si svolgono in questi studi che sono veramente a due passi dalla spiaggia, in una cornice unica"

Nei quattro concerti in programma si esibiranno anche i docenti assieme ai loro allievi: Roland Pröll e Roberto Issoglio per il pianoforte e musica da camera, Roberto Ranfaldi, spalla dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai per il violino, Claudio Merlo, docente presso il Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria per il violoncello, Marco Camastra per il Canto lirico, Gianni Biocotino per il flauto e Ulrike Köberle per la classe di Coro da camera femminile. Una strada quella che i ragazzi vogliono intraprendere sicuramente impervia, ma ricca di soddisfazioni. Ecco perché il consiglio del tenore Camastra è quello di "avere tanta pazienza, tanta forza, tanto coraggio".

"Bisogna credere nei propri mezzi e anche nei propri sogni, perché non è detto che tutti debbano arrivare a livelli altissimi, ma l'importante è raggiungere la soddisfazione personale. La musica, e in particolare la musica classica, regala già delle soddisfazioni all'interno dello studio stesso. Se uno ha questa capacità può progredire, se invece diventa un obbligo oppure un motivo per fare carriera o per fare danari, la strada non è proprio questa per farne un mestiere"