Cultura e spettacolo

Tra Giorgio De Chirico e Andy Warhol, un'intera parete raccoglie alcune delle sue creazioni, selezionate tra quelle che un genovese qualsiasi può apprezzare passeggiando per le vie della città
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GENOVA - I suoi cuori colorati, i messaggi di pace e quelle lettere ritagliate da chissà quale giornale e poi assemblate come un collage cubista sintetico chi è di Genova li riconoscerebbe ovunque. Anche sulla parete de le Centre Pompidou di Parigi. Sembra impossibile ma Melina Riccio e la sua arte così spontanea, bizzarra e piena di vitalità sono finite ancora una volta in mostra al museo nazionale di arte moderna francese.

Tra Giorgio De Chirico e Andy Warhol, un'intera parete raccoglie alcune delle sue creazioni, selezionate tra quelle che un genovese qualsiasi può apprezzare passeggiando per le vie della città. Negli anni è impossibile non essersi mai imbattuti in una delle sue scritte sui muri o in una delle sue composizioni floreali. E la sua semplicità la rende una artista e poetessa così acuta da aver già destato in passato l'attenzione del museo francese che le aveva dedicato una mostra e che oggi la omaggia con un'intera parete a lei dedicata.

Il suo essere eccentrica a Genova l'ha resa un personaggio, mentre a Parigi viene riconosciuto a tutti gli effetti come un'espressione artistica di rara sensibilità, proprio per questo suo modo di andare oltre alla 'follia', di trasmettere il suo pensiero e la sua generosità con delle vere e proprie opere d'arte uniche nel loro genere.

Melina Riccio opera nel capoluogo genovese dall'inizio degli anni Duemila. La sua giacca colorata è inconfondibile e può capitare di incontrarla tra le creuze mentre raccoglie i fiori, in qualche caruggio mentre dona frutti o focaccia ai passanti, seduta su qualche panchina o aiuola mentre crea la sua prossima opera.

Dal 1983, dopo un esaurimento nervoso e un ricovero in un ospedale psichiatrico, la vita di Melina è in simbiosi con la natura ed in continuo viaggio che l'ha portata a trasmettere i suoi monti di pace e fratellanza attraverso graffiti, ricami, composizioni floreali e disegni in tutta Italia. La sua vita è stata oggetto di documentari e di diversi articoli, ma quella parete al Centre Pompidou rende ancor più universale il messaggio di questa 'genovese' d'adozione.

E, come sottolineato dal post su Facebook del giornalista Claudio Cabona, questo riconoscimento dovrebbe forse ancor più farci riflettere sul valore delle parole di una persona buona, dolce e così lucida nella sua follia da dire cose rivoluzionarie come pace, amore e fratellanza con così tanta semplicità.