
Il carcere di Marassi è stato teatro di una violenta rivolta, con circa 200 detenuti che hanno devastato celle e corridoi, spinti dal desiderio di vendetta per un presunto stupro ai danni di un compagno di detenzione. I reclusi, saliti sui camminamenti, hanno urlato e sbattuto pentole contro le inferriate, mentre la Polizia penitenziaria, già stremata, ha faticato a contenere i tumulti. Tredici detenuti sono stati trasferiti e 22 isolati, ma il “day after” lascia un penitenziario in crisi e un grido d’allarme sul degrado carcerario.
La rivolta nel carcere di Marassi: cosa è successo minuto per minuto
"Incredibile, ciò che è accaduto ieri a Marassi, i segni della devastazione, la motivazione che prende sempre più forma, ovvero l’intento da parte dei detenuti di regolare i conti con altri reclusi, pare 5, che nei giorni scorsi avrebbero violentato sessualmente un altro ristretto, per il quale sarebbe stato necessario l’accompagnamento presso l’ospedale cittadino per le cure del caso. La Polizia penitenziaria, già stremata nelle forze e mortificata nel morale, ha praticamente, con non poche difficoltà contenuto i tumulti, per poi trasferire in tarda serata 13 detenuti e isolarne 22 in art. 32 (ordine e sicurezza). Tutto questo è il segno tangibile dello stato di degrado delle carceri, che non può essere affrontato con interventi meramente repressivi, come l’introduzione del reato 'impossibile' di rivolta, ma agendo soprattutto sulla prevenzione attraverso l’umanizzazione delle condizioni di lavoro degli operatori e della detenzione". Lo dichiara Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria.
"Con 16mila detenuti oltre i posti disponibili, omicidi, suicidi, violenze di ogni tipo, stupri e molto altro ancora in carcere non c’è un ordine, inteso come ordinato svolgimento delle normali attività nell’alveo dell’ordinamento giuridico dello Stato, a cui potersi rivoltare, da qui l’’impossibilità’ del reato. Peraltro, dopo l’entrata in vigore del decreto sicurezza, ieri approvato in via definitiva dal Senato, i disordini nelle carceri sono persino aumentati. Non vogliamo attribuire a questo un nesso di causa ed effetto, ma di certo possiamo affermare senza tema di smentita che, almeno sinora, non ha funzionato neppure come effetto deterrente”, evidenzia il segretario della Uilpa PP.
Rivolta nel carcere di Marassi, la vendetta per un presunto stupro tra detenuti
"Serve subito parlando di Marassi, un cambio dei vertici - afferma Pagani - perché se oggi parliamo di rivolta sedata è solo grazie al sacrificio di uomini e donne del Corpo di Polizia penitenziaria, che dalle 13 di ieri e fino all’una di notte hanno impedito che i detenuti si impadronissero dell’Intero Istituto penitenziario. Occorre deflazionare la densità detentiva, far cessare il caporalato di stato che si realizza con il trattenimento in servizio di poliziotti penitenziari anche per 26 ore continuative, occorre rimpinguare compiutamente organici mancanti di 18mila agenti ed evitando che le pochissime assunzioni aggiuntive, 133 negli ultimi due anni e mezzo a fronte di oltre 6mila detenuti in più, finiscano negli uffici ministeriali. L’estate non è ancora iniziata, ma il clima nelle prigioni è già rovente”, conclude Pagani.
Cisl-FNS Liguria: “Emergenza carceri dalla Spezia a Sanremo: nella nostra regione grave carenza di personale”
“In relazione ai gravi fatti accaduti a Marassi denunciamo la grave carenza di personale e il cronico sovraffollamento. Che affligge ormai ogni Istituto della Liguria dalla Spezia a Sanremo. Quanto accaduto ieri è la diretta conseguenza di anni di abbandono da parte dei vertici istituzionali, con i quali il personale della penitenziaria è costretto a convivere da troppo tempo. Le problematiche legate alla convivenza, per le ragioni che dicevamo, sono a uno stato di estrema esasperazione che generano ormai quotidianamente situazioni e fatti gravi di cui il personale di polizia penitenziaria è stanco di affrontare da solo. Quello che è successo a Marassi poteva avere conseguenze molto più gravi se non cu fosse stato per il pronto intervento, professionale ed autorevole dei colleghi intervenuti a cui va la nostra completa gratitudine e massima solidarietà”, spiega la FNS Liguria, la federazione della sicurezza della Cisl.
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