Cronaca

Viaggio nei demoni di un ludopatico che dopo 40 anni di dipendenza dal gioco, "di autodistruzione", vede la luce grazie a Giocatori Anonimi e lancia un appello ai ragazzi: "Non scherzate con il gioco, può togliervi tutto come ha fatto con me"
10 minuti e 28 secondi di lettura

 

GENOVA - Colpisce la storia di Raffaele, edile di Marassi di 58 anni schiavo del gioco per 40, perché lui la sua storia la racconta usando termini forti, parlando di autodistruzione, di un demone sempre sulle spalle, di troppi anni buttati via, di fidanzate costrette a lasciarlo mentre lui si perdeva dentro una sala giochi, dentro una tabaccheria o un bar con le slot.



Una storia che sembra solo uno sfogo di chi ne ha passate troppe e invece è un lucido e disperato grido di allarme che lui, che pure non è riuscito a farsi una famiglia e non ha figli, rivolge ai ragazzi, affinché sappiano stare alla larga dal demone dell'azzardo

L'adrenalina della giocata non la trovi da altre le parti, confessa Raffaele, tradendo così con le sue stesse parole che quel demone ce l'ha ancora dentro, pronto a divorarlo. Le sue parole che celebrano un rito lasciano di ghiaccio: "Aspettare la partita, andare davanti alla macchinetta, vedere i suoi colori, sentire i rumori, sapere che ti deve dare dei soldi, e poi l'attesa della moneta che scende giù nella cassa".

Quasi una inconsapevole ode all'azzardo.

Ma si può sconfiggere quel demone, come ce l'ha fatta Raffaele da oltre tre anni, grazie all'associazione Giocatori Anonimi. Un gruppo di sconosciuti che diventano amici, non è un caso che tre di loro hanno voluto accompagnarlo anche il giorno dell'intervista, come si accompagna un bambino, e sentendolo parlare alla fine si sono emozionati forse più di lui.


Raffaele, (nome inventato), iniziamo da quando eri un bambino...


"La mia infanzia non è stata semplice, avevo genitori che non andavano d'accordo, mio papà alzava le mani su mia mamma, e io andavo a vivere dai nonni materni, dove il gioco prevaleva su tutto, mia zia era  una che faceva il lotto nero, a 15 ho iniziato a fare le prime giocate, il gioco mi interessava più degli amici, della discoteca, ero sempre lì a dovere giocare. Qualsiasi cosa che parlava di soldi mi attirava, scommesse, le prime macchinette, i primi videopoker".

Quando ti sei accorto che la tua era diventata una malattia?

"Mi sono accorto che ero un giocatore compulsivo tre anni e mezzo fa, 2020, quando era tutto chiuso perché c'era il covid, le sale scommesse chiuse, i tabacchini non facevano giocare, ma io giocavo lo stesso, giocavo on line, giocavo ma non lavoro, perchè l'azzardo mi ha portato via anche il lavoro, perso il lavoro perchè non ero mai nei cantieri"

Che lavoro hai fatto?

"Ero un edile, un muratore, partivo la mattina per andare a lavorare e nel tragitto mi fermavo al bar per un caffè e al tabacchino per le sigarette, vedi le macchinette e ti fermi e diventa autodistruzione, ti spegne la luce e non ti rendi conto del tempo che ci passi dentro, metti da parte il lavoro, metti da parte tutto, e nel 2020 giocando on line ho fatto una vincita grossa...".

Quanto hai vinto?

"Più di 5 mila euro e me li sono giocati tutti la stessa sera, io dicevo quando si oscurava il cervello e mi partiva l'embolo e quei soldi li ho giocati tutti su una partita e naturalmente ho perso".

Che partita era?

"Una partita del Brasile, di calcio, giocava la prima in classifica, è stata l'ultima giocata, mi sono reso conto di quello che avevo fatto, non ho dormito tutta la notte, sono andato a cercare su ludopatia su Internet, capivo che ero malato, si dice al giocatore sei malato, ma sin che non  lo accetti non la capisci, è difficile tenerla a bada. Io quel giorno l'ho capito, mi sono ritrovato con gli stessi debiti e gli stessi problemi, anche  finanziari, perché io chiedevo soldi in giro".

Chiedevi l'elemosina?

"Elemosina e prestiti, avevo circa 40 anni, mi ricordo che una sera mi ero fermato ad un tabacchino e avevo perso tutti i soldi in una slot e per giocare la martingala (le schedine clandestine ndr) della sera ho chiesto in prestito 20 centesimi a più prostitute giù in via della Maddalena, ho fatto un giro di venti prostitute, e a tutte dicevo che dovevo fare una telefonata e mi servivano venti centesimi, e ho tirato su due euro per la martingala, ogni pretesto per chiedere prestiti e giocare era valido".

Il problema è anche che un alcolista o un tossicodipendente si riconosce, un giocatore invece non si vede.

"Si riesce a mascherare benissimo, dicono che il gioco imbruttisce, ma io riuscivo ad arrivare a casa senza fare capire, riuscivo a mascherare le sconfitte, la faccia era sempre la  stessa, non dormivi la notte, ma la faccia era la stessa, il mattino era un altro giorno".


Ti sentivi sconfitto?


"Sì, mi sentivo sconfitto ma nonostante tutto il gioco era più forte di te e così all'indomani andavi a cercare altre sale per cercare  di recuperare i soldi, era un recupero per sistemarmi, ma non funzionava, e quando vincevi non vedevi l'ora di tornare a giocare, un meccanismo autodistruttivo, non ti bastava mai, non è che giocavi, non è vincevi e mettevi via due soldi per comprarti un paio di scarpe, era il contrario: non vedevi l'ora di tornare a giocare, e quando andavi a comprarti un paio di scarpe ti fermavi a un tabacchino...".


Si dice che si diventa giocatori anche per la speranza di diventare ricco, come fare un 13 al totocalcio...


"Sì, l'azzardo ti dà questo, io speravo di sistemare la famiglia e oltre ai soldi che perdevi c'era il tempo che perdevi. Mi ricordo che partivo per andare al mare la domenica, mi fermavo in una sala per fare una martingala, una scommessa, e iniziavo dalle partite dalle 9 sino a  mezzogiorno, quando perdevo le prime partite mi saltava la giornata di mare, quando entri là dentro ti si oscurava tutto".


Quale è stata la prima persona a cui hai ammesso di essere malato di gioco per chiedere aiuto?

"Mio nipote che è molto giovane, anche per cercare di avvertirlo che  il gioco ti distrugge, mi ha aiutato, poi mi hanno aiutato le persone che ho incontrato, da solo non ce l'avrei mai fatto, un miliardo di volte ho detto domani smetto, non gioco più ma  da solo non sarei mai riuscito".


Sei mai arrivato a pensare a gesti estremi per la tua sconfitta?


 "Non ho mai pensato di uccidermi, ma dalla disperazione ho fatto delle cose incredibili, come chieere soldi con bugie, ad esempio ogni mese mi inventavo che era il compleanno di qualcuno e che non potevo usare il bancomat, ogni pretesto era buono per farmi prestare dei soldi, dicevo "sono rimasto senza benzina e domani te li porto", poi sparivo, la gente ti cercava, per andare a casa dovevi fare dei giri incredibili, non potevi andare in quella sala perchè dovevi dare dei soldi, allora andavi nell'altra sala ma dovevi dare dei soldi a un altro, era tutto un fuggire, una vita impossibile".


Poi  sei riuscito a saldare quei conti?

"Si ho saldato tutto"

La salvezza è arrivata con il gruppo dei Giocatori Anonimi?

"Si, io mi sono salvato così, ho iniziato con i primi gruppi on line perchè durante il covid era tutto chiuso, e anche on line, anche se non vedevo le persone, mi accorgevo che mi aiutavano, è un'emozione fortissima quella che sto dicendo, persone che non ti conoscono ti davano un abbraccio morale fantastico, un aiuto che mi ha fatto vedere una luce di speranza, persone che senza medicina ti facevano capire che c'era speranza, non dico che ora è diventata una certezza perchè ogni giorno devi stare attento, si va avanti un giorno alla volta, oggi mi sono alzato stamattina e ho detto oggi io non gioco, stasera dirò "oggi non ho giocato".

C'è anche il Sert, i servizi della Asl.

"Sono andato al Sert per trasmettere il messaggio che Giocatori anonimi esiste a persone che hanno problemi di gioco, dal Sert poi ti inviano ai gruppi di Giocatori Anonimi"

Oggi si gioca molto on line, questo per i ragazzi è terribile, che possono giocare anche se sono minori.

"Sì, puoi giocare anche se non sei maggiorenne usando i documenti dei tuoi genitori, la differenza è che on line non hai il denaro nelle mani, non ti rendi conto di quanto denaro guadagni e di quanto ne butti via, ma io non vedo una prevenzione adeguata nelle scuole perché i ragazzi fanno presto a rovinarsi".


Quali sono i sintomi che possono fare capire ai ragazzi che hanno problemi di  dipendenza?

"E' difficile accorgersene, la ludopatia è una malattia emozionale progressiva, non ti rendi conto, fai tante giocate, per aiutare i ragazzi si dovrebbero fare un'ora di prevenzione a scuola, una educazione civica per il gioco e anche per alcol e droga perchè vedo che tanti ragazzini bevono tantissimo, poi dal bere fai presto a passare al gioco".

Fragilità che spesso si sommano?

"Si, specie se fai uso di droghe poi passi al gioco, io non ho mai bevuto né giocato, perchè ringraziando il cielo mi è bastato il gioco per rovinarmi la vita"

Hai detto ringraziando il cielo, tu sei credente?

"Non molto, credo più in potere superiore, si ho pregato tante volte, ma perchè speravo di vincere per restituire dei soldi"

Il momento della vincita regala euforia, adrenalina?

"L'adrenalina che ti dà il gioco non la trovi da tutte le parti,  aspettare la partita, andare davanti alla macchinetta, tutti i suoi colori, rumori, sapere  che ti deve dare dei soldi, la moneta che scende giù nella cassa, sono tutte cose che non te porta nessuna altra cosa. Poi davanti alla macchinetta ti viene la presunzione, vuoi vincere e sei superiore a lei, e invece, come dice un passo del Ga, sono impotente davanti al gioco d'azzardo"


Senza i giocatori anonimi non saresti riuscito a uscirne?

"No, quante volte ho detto domani smetto, facevo perdite grosse, arrivano a casa, mi ripromettevo di non giocare più e poi mi perdonavo subito e all'indomani ero di nuovo a giocare, io in venticinque anni non sono mai stato una volta senza giocare, ho sempre giocato tutti i giorni".

A cosa giocavi?

"Giocavo a tutto, alle scommesse di calcio, alle macchinette, addirittura, nel periodo del covid quando non c'era il covid, giocavo al ping pong in live on line, partite con squadre cinesi, giapponesi che non conoscevo neanche i nomi, era l'azzardo, io ho un demonio dietro la schiena, quel demonio devo tenerlo a bada, sennò si impadronisce di me, ora sono io che ragiono, sono io che la mattina ho la libertà di scelta, di scegliere il mio tempo, io ho passato tante ore nelle sale buie, d'estate, d'inverno, adesso viaggio all'aria aperta, con la testa alta, tutto un altro modo di ragionare, voglio andare a mangiare una pizza con gli amici ci vado, voglio comprarmi un orologio me lo compro, tutto un modo di ragionare diverso quando non sei nella mani del demonio"

Prima le tue giornate erano segnate dal gioco?

"Erano segnate dal gioco, nella sala da gioco potevo stare essere dieci minuti, un'ora o ventiquattro ore"

L'ultima volta che sei entrato cosa provavi là dentro?

"Quello era il mio regno, andavi al casinò e tornava tutto, c'erano tutte queste macchinette che ti aspettavano, era adrenalinico, quando entravi là dentro ti spegneva la luce, non riuscivi a ragionare".

Giochi che vengono anche reclamizzati in tv...

"E certo, sembra una belinata, ma da tanti anni ci sono i pacchi in televisione, il gioco dei pacchi, se andiamo a vedere anche quello è azzardo, eppure la gente non ci fa caso anche perchè lo Stato ci viaggia su queste cose, non solo per i soldi, ma quanto tempo butti via".

Hai buttato via un po' della tua vita?

"E sì, almeno almeno trent'anni, non mi sono mai fatto una famiglia, ricordo che andavo con le ragazze davanti alla sala dicevo, faccio un attimo una giocata e torno, e me le dimenticavo, poi ritrovavo il casco sulla vespa e questa qua non c'era più, ti si spegne la luce".

Concludiamo con una speranza. tu hai il numero dell'associazione Giocatori Anonimi a cui ci si può rivolgere se si hanno problemi di gioco, un numero di cellulare sempre attivo che ti permette di trovare informazioni sul gruppo più vicino a te in Liguria e in tutta Italia...

"Certo, il numero di Ga è 340 1529838, io lo consiglio perché andando al Ga hai una speranza di potercela fare, poi devi essere te e la tua volontà, io mi ricordo che nei primi tempi facevo 5 gruppi settimanali di un'ora e mezza a sera, però quando giocavo sprecavo più tempo, quindi è tutto di guadagnato, io lo consiglio alle persone che hanno problemi come me, a me ha permesso di riprendermi la vita".

ARTICOLI CORRELATI

Domenica 31 Marzo 2024

A Michè Christian Blef, star del writing: "Salvato dai colori"

Le due esistenze del pompiere genovese leggenda internazionale della street art: l'affermazione, la lotta con un tumore che di solito non dà scampo, e la rinascita, grazie alla moglie, la figlia e le sue bombolette dalle mille sfumature
Lunedì 25 Marzo 2024

A Michè la storia di Kalifa, "sono salito sul gommone per fuggire dai lager libici"

Il dramma di un gambiano diventato uomo senza giocare ora abitante a Sestri Ponente: "Non volevo venire in Italia, ma da quell'orrore, dalla Libia, è impossibile tornare indietro"
Sabato 02 Marzo 2024

A Michè la trans Rossella: "I miei uomini senza segreti"

Fuggita da Lucca e da un papà che non poteva capire un figlio che giocava con le bambole, lei è stata salvata da Don Gallo e ora a 80 anni si commuove ricordando la mitica "Marechiaro". "Sui mie clienti potrei scrivere un trattato di sessuologia"