Cronaca

Antonella e Graziano Scagni: "In aula si è visto l'Alberto che non ragiona più, ma chi poteva fermarlo non l'ha fatto, il processo non è stato sano"
1 minuto e 15 secondi di lettura

GENOVA -"Noi abbiamo provato a fermare Alberto, ma nessuno ci ha ascoltato, e al processo non ci hanno neppure ascoltato, per questo non è un processo giusto".

Lo hanno detto Antonella Zarri e Graziano Scagni, i genitori dell'assassino e della vittima dell'omicidio di Quinto dopo la lettura della sentenza che condanna il figlio a 24 anni e 6 mesi più tre anni almeno in una residenza delle esecuzioni di pena, le Rems.

"Questa sentenza è già scritta dal 4 maggio, tre giorni dopo il delitto, quando siamo stati interrogati e indicati come i colpevoli, Alberto è un mostro e noi i cattivi genitori, chi ha risposto alle nostre richieste di aiuto invece è fuori dal processo, avevamo chiesto al giudice di acquisire gli atti, ma ci hanno lasciato fuori, perché la verità era già scritta. Non è stata ricercata la verità e non è stato un processo sano, non siamo neanche stati ascoltati. Alberto va curato, ma per farlo non possiamo aspettare che abbia 90 anni".

Antonella Zarri ha poi ancora aggiunto:
"E' stato cassato a monte il nostro ruolo di parte civile, per questo abbiamo grossi dubbi che possa esserci una giusta pena dopo un cattivo processo in cui non siamo stati sentiti noi come parti civili che volevano solo aiutare per arrivare alla verità e invece siamo ancora a chiederci se Alberto è totalmente sano di mente? Ma lo avete visto voi, povero cristiano, seduto lì a parlare di pedofili di fronte a un ergastolo, se questa è una persona sana di mente...se è un killer lucido allora ce ne stiamo".