
Il doppiopesimo: è questo che della politica fa andare in bestia. Giorgia Meloni, la premier italiana, si lamenta per i commenti sessisti che esponenti della sinistra-centro non lesinano nei suoi confronti. Dalla “cameriera” di Nicola Fratoianni, come se servire ai tavoli fosse una diminutio, alla “puttana” di un post firmato dal figlio dell’ex sindaco di Montalto di Castro.
Un florilegio di mancanza di argomenti che inducono alcuni maschi, molti maschi, ad essere poco educati (eufemismo elegante) nei confronti delle donne. Perché, siamo sinceri: se Giorgia Meloni fosse un maschio il dissenso nei suoi confronti sarebbe altro.
Dunque, ha ragione a incavolarsi nera la nostra premier. Però c’è una cosa che non capisco. Anzi, due. La prima: per quale razza di motivo quando è diventata la prima Presidentessa del Consiglio ha voluto essere chiamata “il presidente”? La seconda: quando la candidata sindaca del centrosinistra genovese, Silvia Salis, è stata fatta oggetto di critiche solo per il suo bell’aspetto fisico, (vedere alla voce Maurizio Gasparri, ex Msi oggi in Forza Italia) come mai Meloni non ha profferito parola?
Su questo secondo caso, in particolare: ci sta che la premier, impegnata com’è, non si sia avveduta dell’accadimento. Ma qualche anima buona prima o poi l’avrà avvisata: Genova non è l’ombelico d’Italia, ma è pur sempre la sesta città dello Stivale, dunque non puoi stare a Palazzo Chigi e ignorare del tutto che a fine mese proprio in quella città si va alle urne per rinnovare il sindaco.
Eccolo il doppiopesismo inaccettabile: se la cosa riguarda lei, Giorgia Meloni rilascia interviste nelle quali giustamente se la prende con certi commenti che le arrivano dall’opposizione, se invece riguardano altri – nello specifico Silvia Salis – allora fa finta di niente. Non funziona così.
Sul rapporto dei maschi con le donne si potrebbe discettare a lungo, peraltro senza cavare, al momento, un ragno dal buco. Personalmente rilevo: le mie esperienze professionali più belle le ho avute quando a comandarmi sono state delle donne; la parità dei sessi ho avuto la fortuna di viverla in casa (cultura cattolica e genitori orgogliosamente calabresi); il più bel complimento l’ho ricevuto quando ero vicedirettore al Secolo XIX da una collega (“grazie, mi hai trattato, male, esattamente come fai con i colleghi maschi”). Nonostante queste cose, che ritengo delle medaglie, sicuramente avrò commesso degli errori nei confronti delle donne. Per scusarmi invoco la buona fede.
Qui, però, mi interessa soprattutto il “due pesi e due misure” della politica. Di tutta la politica. Sono insopportabili gli esponenti di centrosinistra che negano l’evidenza pur di dare addosso a questo governo e parimenti sono insopportabili nel centrodestra ogni volta che accusano infondatamente gli avversari di nefandezze varie e di aver inutilmente guidato questo Paese.
Ora, non nego affatto che esistano delle visioni diverse su come e dove condurre l’Italia, tuttavia nella pratica esistono questioni che non hanno colore politico. Cose che andrebbero fatte, vanno fatte, e basta. Per il bene comune, che non è, o non dovrebbe essere, solo un modo di dire. Invece, dal sessismo alla mancanza di onestà intellettuale è soltanto un litigio continuo. Come stupirsi se cresce il numero di chi non va alle urne?
IL COMMENTO
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