Commenti

4 minuti e 26 secondi di lettura

GENOVA - Che cosa significa la parola “innesco”?

Leggo: “Dispositivo d'accensione di una carica.

In fisica e in chimica, la fase iniziale di un fenomeno che si manifesta, in modo più o meno rapido, a seguito di determinate condizioni. Ma anche: “innesco di una reazione a catena".

E pure “Causa accidentale, fattore che scatena una serie di effetti concatenati e non prevedibili: l’innesco della ribellione, della sommossa”.

Sono certo che Claudio Burlando, anima e storia della sinistra genovese, non vuole né ribellioni, né tantomeno sommosse tra le mura del Barbarossa e anche fuori. Conoscendolo bene e da tanti anni, da quando nel 1987 andammo con Silvio Ferrari a “scoprire Praga e la Cecoslovacchia del normalizzatore Gustav Husak” con qualche sonora delusione lenita da tante meraviglie d’arte, so che vorrebbe come altri che la pensano come lui, che una sinistra seria e compatta come era quella genovese d’antan, sfidasse la destra-centro che governa Genova e la Liguria con Bucci e Toti e, magari, vincesse dopo le Europee le prossime elezioni regionali del 2025 o 26.

Non sento che dire in giro: “Questa è la volta buona”. Nel senso che senza terzo mandato (forse), quindi senza Toti e Bucci concorrenti il centrodestra avrebbe non pochi problemi a replicare le vittorie, cominciando col trovare due candidati popolari quanto i due attuali. Ma girando verifico che , primo, senza una fortissima alleanza la sinistra non vincerebbe niente, e vedo, leggo che i termini per una fortissima alleanza sono difficilissimi. Per esempio: se il candidato leader non è dei Cinquestelle questi non lo votano, per cui se il candidato in Liguria dovesse essere espresso dal Pd magari primo partito di opposizione dopo le Europee, difficilmente avrebbe nelle urne la massa di consensi degli elettori pentastellati. Questo diventa già un problemino mica da niente, perché questa alleanza o “campo largo” come lo chiamano non può sempre essere guidata elettoralmente da uno del M5s.

E i loro voti non basterebbero nemmeno. Ci vorrebbe qualcosa di più dei grillini. Ci vorrebbero altri. O meglio: anche altri a far parte della compagnia.

Ecco che due giorni fa Claudio Burlando sulla sua chat “Vasta Liguria” per la verità, vastissima, anche con partecipazioni di centrodestra (vedi Michele Scandroglio) ha lanciato appunto la “formula dell’Innesco”.
“Accensione di una carica” di elementi: idee realizzabili e unificanti, magari partendo dalla sanità, raccolte pubblicamente, magari pubblicamente discusse. Poi unità sulle idee scritte in un programma, poi un leader unificante. Direte: e che scoperta è? Lo dicono tutti o quasi che si dovrebbe fare così, ma Pd e M5s non ci riescono mai. E le disastrose elezioni lucane lo hanno dimostrato.

Appunto. Ed ecco che Burlando gioca su un Innesco che “accenda” una “reazione a catena” non solo con i Cinquestelle, ma anche con il campo largo della sinistra-sinistra e, ecco la “vastità” burlandiana, anche con l’apporto del centro cosiddetto moderato, cioè di Renzi e di Calenda. Tutti insieme se davvero fossero tutti insieme, oppositori di Toti o di chi sarà il candidato se non passerà il terzo mandato. Più o meno appassionatamente.

Scrive Burlando: “Vincere in Liguria e a Genova è possibile perché il duo Toti-Bucci appare chiaramente a fine corsa. Ma non c’è solo questo. Un occhio politico esperto deve capirlo prima dell’opinione pubblica larga se un ciclo politico si sta esaurendo e si vede a occhio nudo che questo sta avvenendo. Vaccarezza (che si è dimesso da capogruppo della lista Toti in Regione) non sarà l’unico e vedrete che qualcosa succederà anche in Comune”. Parte il quiz: qualcuno vuole mollare Bucci a Tursi? Chi? E qui una riga esemplare: “La Destra può ri-vincere solo se noi vogliamo ri-perdere”.

Il vero dilemma è proprio questo. A volta si ha l’impressione che la sinistra voglia ri-perdere. Gradisca la serie di sconfitte. Perché perde troppo tempo su tutto. Burlando lo sottolinea. “Primo insegnamento: bisogna partire per tempo, subito dopo le europee, due anni prima”. Anche perché, ammesso che funzioni davvero un Innesco, il difficile sarà trovare l’Innescatore, cioè il candidato gradito a tutti.

Se è difficile trovarne uno che vada bene a Pd e Cinquestelle figuriamoci se si aggiungono quelli della Sinistra, quelli di Renzi e quelli di Calenda.

Quindi? Burlando propone l’adesione a una piattaforma programmatica a priori “senza cominciare con il gioco delle esclusioni che semmai arriveranno a posteriori”.

“Io non spuntai come un fungo” ricorda l’ex governatore ligure che di funghi peraltro se ne intende davvero. “Mi fu chiesto dai Ds, poi facemmo l’accordo con la Margherita per Costa vicepresidente e con tutti gli altri partiti. Per sedersi attorno a un tavolo l’Innesco non può che essere politico….Io guardo alle opposizioni parlamentari e le elenco: Pd, M5S Avs, Azione, Italia Viva, + Europa, guardo alle articolazioni locali come Linea condivisa e a tutte le altre realtà politiche e civiche che fossero interessate".

Quale è il sistema perché non si spacchi subito una mega-combinazione del genere?

“Finire il gioco che uno esclude l’altro a priori“. Proprio così.

“Dopo le Europee – conclude la riflessione sulla chat “Vasta Liguria”- sapremo chi sarà il partito di opposizione più forte in Italia e in Liguria. E questo partito dovrà avere, ovviamente, un ruolo più importante”.

Ovviamente, a cominciare dalla indicazione del candidato governatore, sempre se sarà condiviso un progetto futuro per la Liguria…

“Vaste programme” anche per la “vastissima area”…