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Susan Sarandon è lo pseudonimo di Susan Abigail Tomalin, nata a New York il 4 ottobre 1946. E’ un'attrice e produttrice cinematografica con questo curriculum: un Premio Oscar quale migliore attrice protagonista per il film Dead man walking (1995), quattro candidature alla statuetta più ambita rispettivamente per Atlantic City (1980), Thelma & Louise (1991), L'olio di Lorenzo (1992), Il cliente (1994), un Premio Bafta e uno Screen Actors Guild Award, nove nomination per il Golden Globe e sei per il Premio Emmy.

“Una così” farà parte della giuria al Riviera international film festival di Sestri Levante. Eppure la Lega, meglio un consigliere comunale del Carroccio, di “una così” si preoccupa perché “è di sinistra”. E via, gentile Paolo Smerandi, questo il nome dell’esponente leghista, possibile che non abbia altri argomenti per contestare al sindaco Francesco Solinas di restare nel solco delle precedenti amministrazioni guidate dal Pd?

Solinas, centrista sostenuto alle elezioni dal consigliere regionale Claudio Muzio, interpellato da Primocanale risponde nella maniera più ovvia: “La presenza di Susan Sarandon è legata al suo nome di altissimo livello, viene come star di Holliwood e come Premio Oscar. Siamo felici di averla con noi”.

Dico io: e ti credo! Sia chiaro, che Sarandon sia di sinistra - se per sinistra intendiamo il partito Democratico americano o, più recentemente, i Verdi – non c’è alcun dubbio. Neppure si può negare che l’attrice sia stata protagonista di alcuni atti anche spiacevoli verso la destra.

A Sestri, però, ci arriva come stella planetaria del cinema, non quale rappresentante politico. Le sue posizioni avranno fatto discutere e saranno pure discutibili, tuttavia non penso di affermare una cosa dell’altro mondo: parlare con Susan Sarandon dovrebbe essere piacevole tanto che tu sia di destra tanto che tu sia di sinistra. Non si dice che il confronto sia il cuore di ogni rapporto interpersonale?

Un’ultima annotazione: buttare tutto in politica sta francamente stancando. Io capisco che a giugno si voti per le elezioni europee e dunque comprendo che ogni partito faccia il suo gioco, però non si può ritenere che i cittadini abbiano l’anello al naso. Che abbiano un contenuto politico oppure sottendano una tesi, gradita o sgradita non importa, quando parli di film, parli di film. Punto.

Invece no. Di più. Su alcuni grandi argomenti (superbonus, diga di Genova, costi energetici) l’ultima cosa che il sistema politico italiano può invocare è la coerenza, con un bla bla in libera uscita permanente, spesso pure senza costrutto. Poi non ci si deve stupire se il partito più forte che scaturisce dalle urne è quello delle persone che ai seggi neanche si presentano.