Regge l'export della Liguria. I dati Istat per i primi tre mesi del 2025 fanno segnare una crescita dello 0,7% delle esportazioni. Tra le regioni del Nord Ovest solo la Valle d'Aosta fa segnare una crescita maggiore (+11,8%) mentre la Lombardia è in linea con la Liguria (+1%) mentre il Piemonte fa segnare un crollo del 3,5%. Gli effetti reali sulle esportazioni dei dazi annunciati da Trump saranno più chiari nelle prossime rilevazioni. Dal 12 marzo sono infatti entrati in vigore i dazi del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio. Ma l'analisi dei dati mostra un doppio volto per la Liguria: cresce dello 7,5% l'export verso gli altri paesi dell'Unione europea mentre cala del 5,2% quello versi i Paesi extra Unione europea.
Il confronto con le altre regioni
Friuli-Venezia Giulia (+26,1%), Lazio (+16,9%), Valle d'Aosta (+11,8%) e Toscana (+8,2%) sono le regioni che fanno registrare i dati migliori. All'opposto, le flessioni tendenziali più ampie delle esportazioni riguardano Sardegna (-16,8%), Marche (-11,6%), Basilicata (-10,4%), Molise (-9,2%) e Puglia (-8,4%). Nel primo trimestre 2025, si stima una crescita congiunturale delle esportazioni per tutte le ripartizioni territoriali: +9,8% per il Sud e Isole, +5,4% per il Centro, +2,8% per il Nord-Est e +1,4% per il Nord-Ovest.
I dati export della Liguria: ecco cosa cala
Il calo maggiore di esportazioni si registra per quanto riguarda il coke e i prodotti petroliferi che fanno segnare una riduzione delle esportazioni del 60% seguito dai prodotti per il trattamento dei rifiuti e risanamento (-25,4%). Tra gli altri settori che fanno registrare un calo ci sono anche quello legato ai mobili (-23,7%), articoli in pelle e simili (-19,5%), legno-carta-stampa (-18,8%) mentre i prodotti agricoli, della silvicultura e della pesca fanno segnare un calo del 9,1%.
I dati export della Liguria: ecco cosa cresce
Ma i dati Istat fanno registrare anche numeri in crescita per quanto riguarda l'export dei prodotti della Liguria. Aumenta rispetto all'anno scorso l'esportazione di prodotti tessili più che triplicata (+265,7%), raddoppiata l'esportazione della produzione di mezzi di trasporto (+109%), cresce l'export di articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+76,6%), di prodotti frutto dell'estrazione di minerali da cave e miniere (+42,8%) e di apparecchi elettrici (+40%). In termini quantitativi la quantità maggiore esportazioni riguarda i prodotti dei settori dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca seguita dai prodotti chimici, poi coke e prodotti petroliferi raffinati e altri materiali frutto della lavorazione di minerali non metalliferi.
L'export dei prodotti italiani
Nei primi tre mesi del 2025, l'aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Toscana, Lazio, Lombardia, Campania e Abruzzo spiega per 2,6 punti percentuali la crescita su base annua dell'export nazionale; un ulteriore contributo positivo di 1,5 punti percentuali deriva dalle maggiori vendite di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi, da Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Sicilia. Per contro, le minori vendite di coke e prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna e di autoveicoli da Piemonte, Campania e Abruzzo forniscono un contributo negativo alla dinamica tendenziale dell'export, pari a -1,3 punti percentuali.
Nel primo trimestre 2025, i contributi positivi maggiori alla crescita su base annua dell'export nazionale derivano dall'aumento delle esportazioni del Friuli-Venezia Giulia verso la Germania (+187,4%), del Lazio verso Stati Uniti (+126,4%) e paesi OPEC (+256,2%), della Lombardia verso gli Stati Uniti (+13,5%) e della Toscana verso la Francia (+22,9%). Gli apporti negativi più ampi, invece, provengono dal calo delle vendite della Lombardia verso la Svizzera (-18,5%) e della Toscana verso la Turchia (-36,3%).

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IL COMMENTO
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