
"Extra omnes", fuori tutti. Sarà questa storica formula in latino a segnare l'inizio del conclave oggi, mercoledì 7 maggio. Sarà il Maestro delle cerimonie, monsignor Diego Ravelli, a decretare la chiusura a chiave, 'cum clave', della Cappella Sistina. A partire dal quel momento i 133 cardinali elettori, ovvero tutti i porporati con meno di ottanta anni, nessun ligure, saranno isolati dal resto del mondo fino alla scelta del nuovo Papa.
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I cardinali di rito latino indosseranno la veste rossa con la fascia, il rocchetto, la mozzetta, la croce pettorale con cordone rosso e oro, l'anello, lo zucchetto e la berretta; i cardinali delle Chiese orientali indosseranno l'abito corale previsto dal proprio rito. Dalla Cappella Paolina, cantando le Litanie dei Santi, i cardinali elettori si dirigeranno in processione verso la Cappella Sistina dove, dopo il canto del Veni Creator, l'invocazione allo Spirito Santo - è lui secondo la tradizione cattolica a scegliere il nuovo Papa - pronunceranno il giuramento prescritto.
Extra omnes e prima votazione sotto la guida del cardinale Parolin
Quindi, intorno alle 16.30, sarà il momento dell'extra omnes. I cardinali elettori ascolteranno poi la catechesi del cardinale Raniero Cantalamessa, per 40 anni predicatore della Casa Pontificia. Terminato il suo intervento il cardinale Cantalamessa (che non è tra gli elettori) lascerà, assieme all'arcivescovo Ravelli la Sistina e i cardinali faranno la prima delle votazioni.
A presiedere il conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, in assenza del decano, il cardinale Re che ha 91 anni. Sarà dunque Parolin a chiedere a tutti i cardinali se si possa procedere subito con la prima votazione o se occorra ancora chiarire dubbi circa le norme e le modalità stabilite. Se a giudizio della maggioranza degli elettori nulla impedisce che si proceda alle operazioni si passerà allora al primo scrutinio già nel pomeriggio del 7 maggio.
Sarà dunque proprio domani il giorno della prima fumata, che, a meno di sorprese dell'ultimo momento, dovrebbe essere nera, ovvero dovrebbe servire a testare gli orientamenti del collegio cardinalizio.
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