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Oggi a palazzo di giustizia sarà interrogato il presidente della Regione Giovanni Toti, accusato di chiedere contributi economici ad alcuni imprenditori alla vigilia di quattro scadenze elettorali
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GENOVA - Oggi a palazzo di giustizia sarà interrogato il presidente della Regione Giovanni Toti, accusato di chiedere contributi economici ad alcuni imprenditori alla vigilia di quattro scadenze elettorali mettendo a disposizione la sua funzione in favore di interessi privati. Per il giudice che ha firmato l'ordinanza c'era il pericolo che Toti commettesse altri reati nelle prossime elezioni.

Sabato altri due interrogatori in tribunale, Aldo Spinelli, per gli inquirenti lo zar del Porto, accusato di aver pagato 74 mila euro a Toti in cambio di favori: nell'abitazione dell'imprenditore sono stati sequestrati in cassaforte 216 mila euro in contanti e 25.000 dollari e sterline, più cinque fucili non denunciati.

Sabato sarà sentito anche il capo di gabinetto di Toti ed ex sindaco di Portovenere Matteo Cozzani che deve rispondere anche dall'aggravante mafiosa del 416 bis per aver commesso il reato di corruzione elettorale al fine di agevolare Cosa Nostra, e in particolare il clan Cammarata del Mandamento di Riesi.

Secondo l’accusa, in occasione delle regionali liguri del 20 e 21 settembre 2020, avrebbero promesso posti di lavoro per far convogliare i voti della comunità riesina di Genova verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente”.

Il legale di Cozzani, l'avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, esclude ogni collegamento con la mafia, "il mio assistito non ha mai avuto contanti con la criminalità organizzata". 

Intanto l'amministratore delegato (ora sospeso) di Iren ed ex presidente dell'Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure occidentale davanti al Gip Paola Faggioni per l'interrogatorio di garanzia avvenuto ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Presunta corruzione, Signorini non parla e resta in carcere - LEGGI QUI

L'avvocato di Signorini, Enrico Scopesi, all'uscita del carcere ha dribblato i giornalisti e ha al telefono ha detto: "Le carte impongono una lettura attenta che non può essere fatta in carcere. Signorini sta abbastanza bene. Ha detto solo che, in una seconda fase, potrebbe eventualmente parlare con il pubblico ministero. Signorini ritiene di poter fornire una serie di spiegazioni. La priorità è adesso chiarire la misura cautelare e farlo uscire da Marassi".

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