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GENOVA - Dopo il timore arriva la buona notizia per i lavoratori genovesi di Ansaldo Energia. Il settore green tech che sembrava a un passo da trasferirsi a Trieste resterà a Genova. La conferma arriva direttamente dall'amministratore delegato di Ansaldo Energia Fabrizio Fabbri a margine del convegno "Il futuro dell'industria della difesa ligure, tra sfide geopolitiche, innovazione e transizione green e digitale" organizzato dalla Uilm e trasmesso in diretta streaming su primocanale.it.

"Ansaldo Green Tech ora guarda solo Genova. Quella di Trieste era un'opzione che è sfumata. Ma abbiamo gli spazi e il modo per crescere nella nostra sede di Genova. Aprire a Trieste sarebbe stato un modo per dare una dimensione molto più nazionale all'Ansaldo e creare un'asse ideale fra Trieste e Genova, però è andata diversamente e non innesco una gara con qualcun altro per un sito avendo a disposizione quello di Genova. Per ora bastano e, anzi, bisogna caricarli".

A fine settembre la grande preoccupazione con in campo, da parte dell'azienda, un progetto di reindustrializzazione delle aree produttive di Wärtsilä a Trieste. L'opzione era quella di portare la parte del green tech da Genova a Trieste dove Ansaldo avrebbe voluto produrre impianti per ricavare energia dall'idrogeno. Alla fine però l'area aggiudicata da Msc che realizzerà un impianto di produzione di vagoni ferroviari per le merci. Di conseguenza sfuma l'ipotesi di portare la produzione delle micro turbine a Trieste. Il gruppo conta circa 2100 dipendenti.

"L'azienda si sta riprendendo, abbiamo cicli lunghi, ci vorrà tempo ma abbiamo segnali incoraggianti: il mercato c'è, i prodotti ci sono, abbiamo tantissime competenze - ha aggiunto l'amministratore delegato -. E ora abbiamo anche un piano industriale in cui credono gli azionisti. Si stanno concretizzando anche le nostre commesse di lungo termine e quest'anno abbiamo avuto una buona risposta dal service che ha tempi più brevi. Sulle nuove unità il 2024 sarà l'anno del cambio di passo. Rimarremo in Europa con le commesse ma si guarda molto al Medio Oriente e al Nord Africa legati anche al piano Mattei. E' un mercato che tira - ha concluso Fabbri -, sia per la transizione a supporto delle rinnovabili che per de-carbonizzare ed elettrificare grandi parti del mondo fra cui Europa orientale e Africa".