Nave Vulcano, al Seminario di Genova due famiglie con 9 bambini

GENOVA - Due famiglie numerose arrivate questa mattina da Gaza su Nave Vulcano nella prima operazione via mare gestita dalla Farnesina saranno accolte nel Seminario di Genova. Si tratta di 14 persone di cui 9 sono bambini il più grande ha 12 anni e il più piccolo 5. Tutti sono sopravvissuti ai bombardamenti.

Arrivata alla Spezia Nave Vulcano con a bordo 14 bimbi feriti a Gaza

Il primo nucleo è composto da 8 persone: tre adulti (madre, padre e zia) e 5 bambini. Il secondo nucleo è composto da 6 persone: madre, padre e 4 minori.

Tre bambini con la mamma, a quanto risulta al momento, saranno ricoverati all'ospedale Gaslini ma la degenza dovrebbe essere breve e poi verranno ricongiunti alla famiglia. 

L'area del seminario che ospiterà i 14 palestinesi è il terzo piano che attualmente è vuoto. Le due famiglie dovrebbero rimanere lì fino al 1 marzo ma probabilmente verranno inseriti prima negli alloggi della RETE SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) da parte del ministero dell’Interno.

La Caritas diocesana sta organizzando l'accoglienza e anche turni di volontariato di chi ha voglia e disponibilità per passare un po' di tempo con queste famiglie. Chi fosse interessato può telefonare alla segreteria della Caritas 0102477015 dalle 8 alle 18 dal lunedì al venerdì per ricevere informazioni.

"Abbiamo dato la nostra disponibilità ad ospitarli dopo che la prima richiesta arrivata dalla Regione - ha detto Pippo Armas, direttore generale della Caritas di Genova -. Ci hanno detto che saranno due famiglie, 9 bimbi e 5 adulti. Ancora non sappiamo le età dei bambini, è una situazione in divenire".

"Come sempre - ha detto mons. Andrea Parodi, vicario episcopale per la Carità della Diocesi di Genova - non si tratta solo di mettere a disposizione una stanza o un pasto ma di testimoniare, con il servizio, la presenza e l'accompagnamento, una Chiesa e una città che si prendono cura. Genova si dimostra sempre pronta a rispondere alle tragiche emergenze del nostro tempo, come già per i profughi ucraini, ormai quasi due anni fa. Siamo certi che, ancora una volta, i genovesi e le comunità parrocchiali saranno pronti a cogliere le esigenze che si manifesteranno, specialmente il bisogno dei bambini di curare i traumi della guerra e di ritrovare almeno un po' della pace perduta".