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Defence for Children, solo pochi giorni fa, ha lanciato l'allarme per questi ragazzi che al compimento del 18esimo anno di età perdono il diritto a un letto e a un percorso di integrazione sociale ed educativa in molte parti di Italia
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GENOVA - Sono 544, ad oggi, i minori non accompagnati che vivono nelle strutture genovesi, di cui 186 nei posti Sai finanziati dallo Stato e il resto nei centri accreditati con il Comune.

Nel capoluogo di regione sono tanti i minorenni stranieri arrivati qui da soli, senza famiglia o parenti e quindi nelle mani dell'amministrazione, che nel 2022 ha speso più di 22 milioni di euro sul bilancio del sociale, che superava i 65.

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Defence for Children, solo pochi giorni fa, ha lanciato l'allarme per questi ragazzi che al compimento del 18esimo anno di età perdono il diritto a un letto e a un percorso di integrazione sociale ed educativa in molte parti di Italia.

Ma, ha spiegato a Primocanale l'assessore alle politiche sociali Lorenza Rosso, proprio come viene incoraggiato dal Viminale, il Comune ha già esteso a 6 mesi il percorso per questi giovani, con il passaggio alle comunità per neo maggiorenni.

"Voglio capire da dove viene fuori questo e se sono stati trovati dei ragazzi diciottenni fuoriusciti o buttati fuori dalle strutture" attacca Rosso. "Non mi risulta. Quando un ragazzo ha iniziato un percorso socio educativo all'interno delle nostre comunità, poi prosegue con il passaggio nelle comunità di neo maggiorenni, quindi non mi risulta davvero che ci sia qualcuno per la strada".

"Se poi i ragazzi non vogliono seguire da maggiorenni il percorso che viene proposto o l'inserimento lavorativo attraverso il nostro centro per il lavoro - conclude -, questo è un altro discorso allora han deciso di seguire una strada differente, ma altrimenti il loro percorso continua anche da maggiorenni in strutture differenti".